Il Partito Democratico contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. A scatenarsi, su twitter, sono soprattutto i renziani: Dario Parrini, Andrea Romano, Alessia Morani, Simona Malpezzi. Oggetto del contendere: la conoscenza di Bonafede di Luca Lanzalone, prima consulente del Comune di Livorno e poi presidente di Acea a Roma, arrestato nell’inchiesta sullo stadio della Capitale. Dalle carte dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti a Livorno – al termine della quale sono state archiviate le posizioni di tutti, compresi i politici e compreso il sindaco Filippo Nogarin – emerge infatti l’esistenza di un’email che Bonafede, all’epoca deputato dei Cinquestelle con responsabilità di raccordo tra il Movimento e i suoi sindaci, inviò a Nogarin, al suo assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, a Lanzalone e al collega di studio di quest’ultimo Luciano Costantini. Nell’email, del 7 gennaio 2016, si programma un incontro per il 18 gennaio nello studio di Bonafede, a Firenze, “per fare un primo punto della situazione, alla luce di queste prime settimane di collaborazione, con gli avvocati dello Studio Lanzalone&Partners”.

La collaborazione di cui si parla è quella tra il Comune di Livorno e lo studio legale genovese e va avanti dalla fine di dicembre del 2015, si legge nella richiesta di archiviazione firmata dal pm titolare dell’indagine Massimo Mannucci e dal procuratore capo di Livorno Ettore Squillace Grieco. Il rapporto tra Comune e studio Lanzalone è iniziato nel pieno della crisi di Aamps, la società partecipata che gestisce il sistema dei rifiuti in città. A novembre Nogarin si è ritrovato con lo sciopero degli spazzini e parecchie strade del centro piene di spazzatura. E trova nello studio Lanzalone una spalla per portare l’azienda verso il concordato. Nessun incarico ufficiale, piuttosto consulenze poi regolarmente pagate. Una “collaborazione non occasionale” la definisce la Procura e l’email di Bonafede che invita sindaco, assessore e Lanzalone nel suo studio una decina di giorni dopo ne sarebbe, spiegano i magistrati, la dimostrazione.

E qui si inserisce la polemica del Pd. “Lo scorso 2 agosto – spiega Andrea Romano – rispondendo al Senato ad un’interrogazione del Partito Democratico sui suoi rapporti professionali con Lanzalone, dichiarò: ‘negli ultimi sei anni (ovvero dal momento della sua elezione a parlamentare) non ho avuto alcun rapporto professionale con l’avvocato Luca Lanzalone'”. E quindi “ha mentito” incalza la Malpezzi. In realtà è verosimile che Bonafede possa essere stato coinvolto in quell’incontro come responsabile degli enti locali – ruolo che Bonafede ha ricoperto per un certo periodo con Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro -, per giunta da parlamentare tra i più influenti in Toscana. Quindi, almeno in quel caso, un incontro non professionale, tra avvocati, ma politico tra il sindaco di Livorno, il consulente del Comune Lanzalone e il responsabile enti locali del partito di maggioranza a Livorno, cioè il M5s. Quello che può essere discutibile, peraltro, è l’invito “presso il suo studio”, quindi non certo in una sede istituzionale. Il Pd a Livorno ha già fatto richiesta di accesso agli atti per vedere il contenuto dell’email.  “Nogarin deve subito renderla pubblica. Per legge. E per decenza e trasparenza. O volete fare come Salvini sui 49 milioni?” twitta Parrini.

Cosa disse il ministro della Giustizia Bonafede nella risposta all’interrogazione del Pd che gli chiedeva quali rapporti avesse con Lanzalone, arrestato per la storia dello stadio di Roma? Questo: “Ho presentato un professionista eccellente che in quel momento aveva dimostrato a Livorno il suo valore. Chiaramente io ho pieno rispetto della magistratura e non posso sapere quale sarà l’esito delle indagini. Ho presentato un avvocato che in quel momento ritenevo eccellente. Mi viene poi chiesto quali siano i rapporti tra l’avvocato Luca Lanzalone e lo studio legale Bonafede & Partners, cioè il mio. Su questo vi dico che, avendo avuto quattr’ore di tempo, non ho potuto preparare nemmeno un testo scritto, ma ho fatto mente locale: negli ultimi sei anni non ho avuto alcun rapporto professionale con l’avvocato Luca Lanzalone. Preciso che, per essere sicuro di rispondere correttamente, stamattina ho chiamato anche il mio commercialista per chiedergli se per caso, visto che il mio studio legale patrocinava cause in tutta Italia, ci fosse una fattura emessa dall’avvocato Luca Lanzalone nei miei confronti o viceversa, e non c’è”.

Il sindaco Nogarin, al Fatto, ha detto che ha introdotto lui Lanzalone nel giro di conoscenze M5s. “All’epoca (era il 2015, ndr) io e gli assessori Gianni Lemmetti e Francesca Martini facemmo una marea di colloqui, una quindicina – disse – Ricordo che Lanzalone mi disse che, seppur genovese, non aveva mai visto né conosciuto Grillo né tantomeno Casaleggio”. “Al secondo colloquio – aggiunse Nogarin – chiesi di partecipare anche ai responsabili degli enti locali del M5s”, cioè appunto Di Maio, Bonafede e Fraccaro.

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