“Uno come me in galera?”, è stata l’esclamazione di fronte a cronisti e telecamere di Federico Pesci, noto commerciante di Parma, arrestato con l’accusa di violenza sessuale e lesioni pluriaggravate per aver picchiato, stuprato e seviziato per almeno 5 ore una ragazza di 21 anni la notte del 18 luglio. L’imprenditore d’abbigliamento – parmigiano di 46 anni – ha adescato la donna su Facebook per poi abusarne, insieme al suo spacciatore, nella sua abitazione. “Sono uno regolare“, “sono uno apposto”, “nell’ambiente mi conoscono”, così le ha scritto sul social per convincerla ad uscire con lui per un aperitivo e poi condurla nel suo attico, dove la polizia ha trovato un borsone con vari strumenti di tortura. Stringhe di cuoio, cinture, e anche un un morso per tappare la bocca, alcune fruste altri oggetti usati per il bondage.

Ad eseguire il macabro piano  – secondo la ricostruzione della polizia e della Procura di Parma che hanno gestito le indagini –  era presente Wilson Ndu Aniyeme, 53 anni, spacciatore, dal 2011 irregolare in Italia. Anche lui un volto noto per chi in città fa uso di cocaina, e per gli abitanti della zona. Lo spacciatore nigeriano, infatti, era domiciliato nei pressi di casa Pesci. Una volta giunti in casa, Pesci ha contattato telefonicamente Aniyeme, chiedendogli di portare della cocaina. Insieme si sono drogati e per almeno 5 ore –  è il racconto degli inquirenti – hanno abusato della ragazza, riempendola di botte e seviziandola. Legata e imbavagliata, per tutta la notte la ragazza “ha subito delle violenze brutali”, hanno riferito gli investigatori. Non solo, mentre si consumavano le violenze, il commerciante ha continuato a contattare degli spacciatori per rifornirli ancora di droga. Quando poi la 21enne è stata liberata alle 7 del mattino, lo stesso 46enne, ha chiamato un taxi per farla riaccompagnare a casa. Solo una volta a casa, i genitori della ragazza alla vista delle ferite, dei dolori insopportabili e dell’incapacità di mangiare, l’hanno convinta a recarsi in ospedale. E lo stesso pronto soccorso di Parma ha dichiarato di non essersi mai trovato di fronte a una donna con delle lesioni di quel tipo.

I profili social dell’imprenditore che ha una nota catena di abbigliamento lungo la via Emilia, questa mattina erano pieni di insulti e minacce, tanto che sono stati chiusi. Gli stessi account pieni di immagini mondane, donne, bella vita che Pesci non nascondeva. Come riporta la stampa locale, l’uomo è un commerciante piuttosto conosciuto, attivo nel mondo della moda e noto anche nei locali della movida cittadina. “Sbam, come la porta del carcere dove sarai rinchiuso” hanno scritto sul suo profilo Facebook, rievocando il marchio che aveva lanciato.

“È una storia folle“, sono le poche parole che il 46enne ha detto mentre gli agenti della polizia penitenziaria lo fanno salire in automobile diretto in carcere. Parole a cui fanno seguito quelle di uno dei legali che assistono Pesci, Mario L’Insalata: “Prima di dare giudizi occorre vedere come sono andate le cose”. Per la squadra mobile “non si può escludere che altre persone siano state sottoposte allo stesso trattamento“.

 

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