Vaccini obbligatori solo in caso di “emergenze sanitarie”. La proposta di legge “sull’obbligo flessibile”, a prima firma dei senatori Stefano Patuanelli (M5S) e Massimiliano Romeo (Lega) e annunciata nelle scorse ore dalla ministra della Salute Giulia Grillo, prevede che solo in casi di emergenza “si potranno adottare Piani straordinari d’intervento con l’obbligo di effettuare una o più vaccinazioni per determinate coorti di nascita e per gli esercenti le professioni sanitarie, con l’obiettivo di mantenere il livello di sicurezza delle coperture”. Il provvedimento è composto da 7 articoli e prevede che il mancato rispetto dei piani potrà prevedere sanzioni da 100 a 500 euro.

Fra gli obiettivi indicati dal disegno di legge c’è l’aggiornamento, adeguamento e mantenimento dei sistemi informativi regionali per il governo e l’esercizio delle attività vaccinali, con particolare riferimento a quelli che alimentano l’anagrafe vaccinale nazionale; la promozione delle vaccinazioni previste dal PNPV e la rimozione dei fattori che ostacolano il raggiungimento di adeguate coperture vaccinali attraverso interventi “di comunicazione e informazione, di promozione e di ascolto rivolti alla generalità degli assistiti e agli esercenti le professioni sanitarie tramite le strutture del Servizio sanitario nazionale, avvalendosi anche delle opportunità offerte dai programmi scolastici e di inserimento lavorativo e il coinvolgimento attivo dei cittadini nelle azioni di promozione dei programmi vaccinali e nelle attività di sorveglianza, in particolare in quelle sugli eventi avversi”. Piani di comunicazione serviranno a promuovere l’adesione volontaria e consapevole alle vaccinazioni previste. Un Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Lea dovrà verificare semestralmente il rispetto degli obiettivi di prevenzione vaccinale.

L’annuncio della Grillo ha scatenato numerose polemiche, soprattutto dopo che l’associazione nazionale presidi ha dichiarato che non applicherà la nuova circolare del ministero. “La proposta di legge che verrà illustrata a settembre non cancella l’obbligo vaccinale, lo rende efficace”, ha commentato il capogruppo M5s in Commissione Affari sociali alla Camera Massimo Baroni. “L’obbligatorietà vaccinale verrà gestita sulla base di dati territoriali, con il funzionamento effettivo dell’anagrafe vaccinale che finora risulta inattuato da anni. Ci si muoverà dunque in maniera razionale, sulla base di dati reali di farmacovigilanza attiva che avranno copertura su ogni singolo distretto sanitario”. Secondo Baroni è “una misura di buon senso che concilia diritto alla salute collettiva e individuale. Le persone al governo fino all’altro ieri invece continuano ad aizzare una discussione pretestuosa, che ogni giorno diventa più disgustosa proprio perché contestano le loro stesse, gravi inadempienze. Tutto è incentrato sulla bufala continua e reiterata, secondo la quale noi saremmo contrari ai vaccini”.

Ma ad opporsi alla Grillo non ci sono solo i presidi. Il Comune di Milano, guidato dal democratico Giuseppe Sala, ha annunciato che manterrà la sua posizione, ammettendo in classe solo i bambini le cui famiglie certificheranno che sono stati vaccinati. “Tendiamo a rimanere coerenti con quanto abbiamo deciso – ha detto il sindaco. “Non è che si può continuare a dare prima un messaggio e poi un altro diverso alle famiglie. Questa è la nostra linea e proseguiremo in questo modo, per convinzione ma anche per coerenza. Adesso appena ritornerà il vicesindaco, a inizio settembre, vedremo cosa fare e come fare, però intendiamo proseguire sull’impostazione dello scorso anno”. Stessa linea del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonacini: “Sul fronte della vaccinazione l’organizzazione del sistema scolastico e del servizio sanitario non possono essere presi in ostaggio dal battibecco quotidiano. C’è una legge sui vaccini e quella andrebbe correttamente applicata. Ministra Grillo ascolti la comunità medica e dia un’informazione corretta e ordinata a famiglie e operatori, altrimenti è il caos”.

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