“Alla faccia di chi ci accusava di voler occupare delle poltrone, ai primi due gradini abbiamo messo due eccellenti manager interni all’azienda“. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli annuncia così le nomine del dicastero dell’Economia e delle Finanze: Gianfranco Battisti nuovo amministratore delegato e Gianluigi Vittorio Castelli presidente di Ferrovie dello Stato. Due persone, rivendica in un post su Facebook Toninelli, che “a differenza di qualche loro predecessore, conoscono benissimo la struttura e sanno come far marciare i treni“. Il governo la settimana scorsa aveva azzerato i vertici aziendali del gruppo. Una decisione a cui il cda azzerato aveva risposto minacciando “azioni di tutela” della propria “reputazione e professionalità” contro il titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“Abbiamo rinnovato il Cda di Ferrovie e siamo felici per le nostre scelte”, scrive Toninelli. “Abbiamo confermato nell’organo di amministrazione due consigliere che si erano dimesse in tempi non sospetti, mostrandosi in disaccordo rispetto alla scelta del precedente board di non applicare la clausola etica per l’Ad decaduto – annuncia – Vedete come certe accuse sono fuori dal mondo? Lo dimostriamo con i fatti”. A dimettersi erano state Wanda Ternau e Francesca Moraci. Del nuovo consiglio di amministrazione nominato per il triennio 2018-2020 fanno parte anche Flavio Nogara, Andrea Mentasti e Cristina Pronello.

“Esperienza, efficienza ed etica: direi che sono le tre ‘E’ che devono andare sempre a braccetto”, continua il ministro che poi augura “buon lavoro” al nuovo consiglio d’amministrazione, “cui toccherà far viaggiare al meglio Le Frecce, ma soprattutto potenziare il trasporto su ferro regionale, in primis per dare sicurezza e comfort ai pendolari che ogni mattina scelgono per muoversi un mezzo pulito e condiviso come il treno”. “Una scelta che deve smettere di essere di coraggio e deve diventare di normalità“, conclude Toninelli.

Un nuovo indirizzo che era stato portato dal ministro come parziale motivazione dell’azzeramento del cda deciso insieme al titolare dell’Economia Giovanni Tria. L’altra ragione è la vicenda di Renato Mazzoncini. Lo scorso 11 giugno l’ex amministratore delegato è stato rinviato a giudizio per truffa nell’inchiesta sui contributi pubblici ricevuti da Umbria mobilità, che sarebbe poi stata acquisita dalla Busitalia di cui Mazzoncini era ad. Il cda, chiamato a pronunciarsi in base allo statuto del gruppo, si era espresso contro la decadenza e per la sua permanenza in carica.

Il cda aveva sostenuto di “essersi attenuto strettamente e diligentemente alle previsioni dello Statuto” quando si è espresso contro la decadenza. Secondo lo statuto, ricordava la nota degli ex vertici, “il cda può far decadere l’Amministratore per l’esistenza di un rinvio a giudizio o, come in questo caso, rimettere all’Assemblea la proposta di permanenza in carica dell’Amministratore stesso, per salvaguardare il preminente interesse della Società”.

“La nomina di Gianfranco Battisti è davvero felice e indovinata finalmente coerente con la missione sociale di Ferrovie dello Stato che è quella di offrire ai cittadini sopratutto lavoratori pendolari un servizio efficiente e degno di un paese europeo”, dichiara Francesco Giro, senatore di Forza Italia. “Spero che anche in Rai si dimostri una equivalente saggezza – continua – Battisti è una risorsa interna di Fs del quale ho sempre apprezzato il rigore morale, l’intransigenza etica e la competenza professionale. Come attuale presidente di Federturismo, carica che mi auguro possa mantenere, Battisti potrà proseguire il suo importante lavoro già intrapreso nel suo attuale ruolo di amministratore di Fs Sistemi Urbani per integrare all’architettura delle ferrovie italiane quella ben più ampia e composita del nostro patrimonio territoriale, ambientale e culturale”, conclude Giro.

Articolo Precedente

Banca Carige, istituto allo sbando in attesa dei nuovi vertici. E nel vuoto di potere i conti rischiano di peggiorare

next
Articolo Successivo

Derivati Mps, procura generale di Firenze impugna l’assoluzione di Mussari, Vigni e Baldassarri

next