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I nuovi pistoleri e quei migranti trattati da piccioni

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Piano piano, senza far rumore perché il colpo di pistola assomiglia a quelle pernacchiette che anticipano i botti veri di Capodanno, gli italiani stanno finalmente prendendo confidenza con le armi e fantasticando con la mente. A Macerata, ricordate?, un uomo espresse tutto il suo sdegno in nome del “Prima gli italiani”, e falciò una serie di persone di colore. Un libero tiro a segno. La democratica Macerata invece di insorgere si chiuse in casa, impaurita da quell’atto, e il Pd – che pure aveva subito una pallottola diretta a un suo circolo – s’indignò ritirando ogni appoggio alla protesta di piazza. Il suo sindaco raccomandò a tutti di non fare baccano per strada, i concittadini erano ancora sotto stress e non avrebbero retto all’urto di una manifestazione pacifica.

Passarono le settimane e qualche pernacchietta venne udita a Forli, poi a Caserta. Infine, ma è cronaca di questi giorni, un esemplare funzionario del Senato, in quiescenza per raggiunti limiti di età, stava provando la sua meravigliosa pistola a piombini. Nessun proiettile vero, solo piombini che, come dice la parola stessa, fanno male senza strafare. L’uomo esemplare, il padre di famiglia, italiano al cento per cento, volendo esercitarsi è uscito sul balcone e ha mirato dall’alto verso il basso in modo che il suo esperimento fosse sottoposto anche alla virtù della balistica. Per un accidenti, che ancora il pistolero non sa spiegarlo, una bimba rom ha intercettato il piombino, forse per sgraffignarlo?, e con una torsione incredibile ha lasciato che le si conficcasse in una spalla.

E che dire di quel che è appena successo a Cassola, nel vicentino? Un signore, anche lui con carabina in spalla ha scelto ieri di sparare qualche colpo di piccolissimi e innocenti pallini di piombo. Aveva un piccione come dirimpettaio e voleva innocentemente spiegargli che era meglio sloggiare: Prima gli italiani.

Il piccione è volato via, cosicché i pallini di piombo, ormai liberi  nella traiettoria, hanno autonomamente scelto di dirigersi nella schiena di un uomo, incredibilmente al lavoro su una scala e, ancor più inspiegabilmente, di colore nero.

I pallini, già tradotti in caserma, devono spiegare perché hanno cambiato traiettoria sebbene il proprietario della carabina avesse raccomandato prudenza. La linea difensiva dei pallini, illustrata dall’avvocato difensore, è la seguente: “Avevamo capito di prendere due piccioni con una fava”. 

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