E’ morta Luciana Alpi, madre di Ilaria, la giornalista del Tg3 uccisa in Somalia il 20 marzo 1994 insieme all’operatore Miran Hrovatin. Aveva 85 anni. Non ha mai conosciuto la verità sull’omicidio della figlia, avvenuto ormai 24 anni fa. A dare la notizia il vicedirettore di Rai 1 Andrea Vianello con un tweet: “Non hai mai smesso di lottare per la verità e la giustizia per Ilaria. Era una combattente piena di dolore ma anche di forza e di dignità. Le volevo bene e l’italia le deve ora ancora di più l’individuazione degli assassini di sua figlia e dei loro mandanti”.

Più di un anno fa, nel marzo 2017, Luciana Alpi aveva annunciato la fine della sua ricerca e dell’organizzazione di eventi in onore di Ilaria. Il motivo? “Dolore e umiliazione di formali ossequi”. “Ho deciso di astenermi d’ora in avanti dal frequentare uffici giudiziari e dal promuovere nuove iniziative”, aveva annunciato. “Non verrà però meno la mia vigilanza contro ogni altro tentativo di occultamento“, aveva precisato la donna alla vigilia dell’anniversario dell’omicidio della figlia.

“Con il cuore pieno di amarezza, come cittadina e come madre – spiegava allora Luciana Alpi – ho dovuto assistere alla prova di incapacità data, senza vergogna, per ben ventitré anni dalla Giustizia italiana e dai suoi responsabili, davanti alla spietata esecuzione di mia figlia Ilaria e del suo collega Miran Hrovatin. Al dolore si è aggiunta l’umiliazione di formali ossequi da parte di chi ha operato sistematicamente per occultare la verità e i proventi di traffici illeciti“.

L’8 giugno scorso la pm Elisabetta Ceniccola ha ribadito la richiesta di archiviazione per l’indagine sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Le nuove intercettazioni giunte dai pubblici ministeri di Firenze sarebbero quindi sostanzialmente irrilevanti e dunque non rappresentano “uno spunto solido per avviare nuovi accertamenti”. La conversazione intercettata consegnata a piazzale Clodio risale al 2012 e riguarda due cittadini somali residenti in Italia che parlando del caso Alpi affermano: “L’hanno uccisa gli italiani”. Un’intercettazione presente nelle carte di uno dei filoni dell’inchiesta congiunta avviata tra le procure di Firenze e Catania e che sette anni fa portò all’arresto di 55 persone, accusate di traffico di esseri umani. Il giudice Andrea Fanelli si è riservato di decidere nei prossimi giorni sull’archiviazione. Ad oggi nessuno sembra aver ammazzato i due inviati. Falsa testimonianza, depistaggi e coperture da parte di pezzi dello Stato “hanno fatto condannare innocenti, tutelato colpevoli ed impedito l’emersione della verità e fatta giustizia”, aveva commento il deputato Pd Walter Verini.

Luciana Alpi in una sua intervista disse: “Questa vicenda non riguarda solo la nostra famiglia. Riguarda chiunque, nel nostro Paese, creda nella verità è nella giustizia. Sono anni che aspetto e spero che sentenze e giudici facciano emergere la verità, ma è tutto inutile perché dietro le quinte ci sono persone che cercano di occultare e nascondere. Non ricordo neppure le numerosi solenni promesse che ho ricevuto”.

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