Il secondo giorno da ministro dell’Interno per Matteo Salvini è anche giorno di campagna elettorale. E così in attesa di proseguire il suo tour in Sicilia e con tappa prevista a Pozzallo dove c’è stato uno sbarco di migranti, in comizio a Vicenza per appoggiare il candidarto sindaco Francesco Rucco, lancia la bordata: “Per i clandestini è finita la pacchia, devono fare le valigie, con calma, ma se ne devono andare”. E poi “sulle Ong stiamo lavorando e ho le mie idee: quello che è certo è che gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vice scafista deve attraccare nei porti italiani”. A Pozzallo c’è un hotspot ed è tra le città siciliane maggiormente coinvolte nei flussi dal Nordafrica, il responsabile del Viminale sarà nel porto del ragusano alle 15 mentre alle 12 incontrerà a Catania i cittadini in piazza Verga, zona mercato. Dopo Pozzallo, alle 17.30, Salvini concluderà il suo mini-tour a Modica.

“Vado in Sicilia, è la nostra frontiera. Voglio migliorare gli accordi con i Paesi da cui arrivano migliaia di disperati per il bene nostro e loro!” aveva detto  arrivando alla parata del 2 Giugno. E rispondendo a chi gli chiedeva quale fosse il suo primo passo da ministro, Salvini ha detto: “Sarò in Sicilia che è la nostra frontiera. Ci sono da migliorare accordi con Paesi da cui arrivano migliaia di disperati e non possiamo permetterci né per loro né per noi di continuare a mantenerne alcune centinaia di migliaia in Italia”. Solo ieri il segretario della Lega aaveva annunciato meno fondi all’accoglienza: “Cinque miliardi sono troppi”. Il leader leghista si dice “disponibile a ragionare su come aiutare anche economicamente i Paesi d’origine della migrazione. Dobbiamo andare in Tunisia, da dove parte la maggior parte di chi sbarca, in Marocco, in Egitto, in Libia anche se la situazione è complicata, a concordare che le partenze devono diminuire nell’interesse di tutti. Dobbiamo aiutare, anche economicamente questi Paesi, in modo che crescano le aziende, si aiutino le famiglie, e non partano più barconi”. Allo stesso tempo però Salvini sembra far registrare una posizione più morbida sugli altri:  “Se uno scappa dalla guerra è il benvenuto, altrimenti tutti gli altri non devono partire, e se partono non possono rimanere in Italia: se torna l’allarme a casa nostra ho le idee chiare su come porre la questione all’attenzione mondiale. “Già martedì – aggiunge – ci sarà un vertice dei ministri dell’Interno Ue che però rappresenta un passo indietro per l’Italia: c’è in discussione un progetto che se dovesse passare vorrebbe dire altri 100mila migranti a casa nostra, qualcosa che non sta nè in cielo nè in terra. Diremo di no”.

Gli sbarchi delle ultime ore, complice anche il meteo, sono stati diversi nelle ultime ore. Una barca con 21 migranti è stata soccorsa al largo di Pantelleria (Trapani) dalle motovedetta della Capitaneria di Porto. I migranti sono stati portati in porto. Nuovo sbarco di migranti anche nel Sud della Sardegna. Un barchino con a bordo 13 migranti è approdato sul litorale di Santa Margherita di Pula (Cagliari); gli stranieri erano tutti uomini di nazionalità algerina. Altri 16 algerini sono stati rintracciati nella tarda mattinata sulla spiaggia di Sant’Anna Arresi, nel Sulcis. L’Europa vigila sulle prossime mosse dell’Italia. “Dire su Dublino che, se ci sarà, lo farà per dire no, vuol dire dichiararsi sconfitti prima della battaglia. Sarebbe il caso di sedersi a negoziare e provare a ottenere un miglioramento su una riforma così cruciale, come noi abbiamo già fatto al Parlamento europeo”, sottolinea l’europarlamentare di Possibile Elly Schlein, relatrice della riforma del Regolamento di Dublino per il gruppo dei Socialisti e Democratici. Da Parigi invece il messaggio arriva via stampa: “Matteo Salvini già se la prende con i migranti“, titola Le Monde.

Il leader del Carroccio è poi intervenuto su un altro tema caro al suo partito e di sua diretta competenza: “Guai a chi metterà ancora le mani addosso agli uomini delle forze dell’ordine, con me basta impunità”. Per poi intervenire sulla polemica di giornata Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia e della Disabilità piazzando ancora una frase sulla questione migranti: “Non ho nessuna intenzione di rivedere leggi del passato come l’aborto e le unioni civili: da papà sono convinto che i figli devono avere un papà e una mamma ma la questione delle famiglie non è all’ordine del giorno di questo governo, ci hanno votato per avere meno immigrati e più sicurezza. Detto questo – ha aggiunto – ognuno ha le sue idee e non deve essere lapidato per questo”.

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