“Chi insulta e minaccia Sergio Mattarella non fa parte del futuro del mio Paese”. Mentre i 5 stelle sollecitavano una presa di posizione di Matteo Salvini sulla questione della messa in stato d’accusa del capo dello Stato, lui in una diretta Facebook si è dissociato da chi attacca il presidente della Repubblica “sui social e in pubblico”. “Io sono arrabbiato con Mattarella”, ha continuato, “ma non parlo di impeachment e non andremo in piazza. Ma Mattarella ha fatto un errore sostanziale, perché aveva una lista di ministri e una maggioranza pronta, che oggi poteva affrontare la situazione finanziaria”.

Poco prima il capogruppo M5s Danilo Toninelli, intervenendo su Radio1, aveva chiesto che i leghisti sostenessero l’iniziativa lanciata da Di Maio dopo il fallimento del governo gialloverde. “E’ stata strattonata la Costituzione”, ha detto. “E’ giusto che cerchiamo con tutte le nostre forze di mantenere in un circuito democratico quanto abbiamo subito coinvolgendo tutte le persone che ci hanno seguito, che ci conoscono, che sapevano che eravamo e siamo nel giusto”. E ha chiuso: “Se Salvini non ci dovesse venire dietro” sull’impeachment “significa che ha paura è che è un pavido“.

Dalla Lega però non sono arrivati segnali di supporto. Anzi. “L’impeachment, al di là di tutto, ha un problema tecnico”, ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia. “E’ meglio andare a votare subito, si fa prima… Il tema è che l’Italia da Repubblica parlamentare sta diventando semi presidenziale. Eppure, l’unica istituzione eletta nel nostro paese è il Parlamento. I cittadini oggi sono stremati ed è bene che abbiano presto un governo. Peccato che non ci siamo riusciti”.

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