Cinque condanne e due assoluzioni per la morte del rigger Matteo Armellini, schiacciato dal palco che avrebbe dovuto ospitare, nel marzo 2012, il concerto di Laura Pausini al PalaCalafiore, nella zona nord di Reggio Calabria.
Quel palco non poteva e non doveva essere montato in quel modo. A distanza di 5 anni, il giudice ha condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere il progettista del palco Franco Faggiotto e il coordinatore della sicurezza per l’esecuzione dei lavori Sandro Scalise. Sono stati condannati anche il rappresentante legale della F&P Group Ferdinando Salzano (un anno e 8 mesi di reclusione), il patron della Italstage Pasquale Aumenta (un anno e 6 mesi) e l’ex dirigente comunale Marcello Cammera. Secondo la Procura, quest’ultimo (che è imputato anche nel maxi processo “Gotha”) avrebbe dovuto bloccare i lavori e segnalare il rischio di un crollo.
Cosa che, infatti, è avvenuta uccidendo Matteo Armellini che da tutti i suoi colleghi, in questi mesi, è stato definito “un rigger esperto”. Per la madre, Paola Armellini, il giudice ha disposto il risarcimento di 200mila euro. Una cifra inferiore rispetto ai 350mila euro che gli imputati avevano offerto alla prima udienza. La madre del rigger ha sempre rifiutato chiedendo invece alla Procura di fare presto e di scongiurare la mannaia della prescrizione. “Giustizia è fatta – si è sfogata dopo la lettura della sentenza – non me l’aspettavo, ma giustizia è fatta”.
Gli imputati erano accusati di omicidio colposo e disastro colposo. Sono cadute, invece, le accuse per il coordinatore della progettazione nominato dalla Esse Emme Musica, Gianfranco Perri, e per il patron della stessa societa Maurizio Senese che aveva organizzato il concerto.
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