“No al terremoto fiscale”. Lo striscione che apre la manifestazione dell’Aquila contro la restituzione delle tasse sospese a imprese e professionisti nel cratere del sisma del 2009 rende l’idea del sentimento di questa marcia. Dopo la tragedia naturale e umana, la richiesta della Commissione Europea, che considera quelle somme come aiuti di Stato, suona come uno schiaffo morale oltre che economico per la comunità. Così, nonostante un provvedimento del governo uscente abbia stabilito la proroga di 120 giorni dell’efficacia delle cartelle esattoriali, migliaia di cittadini, imprenditori e commercianti aquilani hanno sfilato in corteo per le vie del capoluogo abruzzese per dire no alla restituzione delle tasse: “È incomprensibile. Reduci dal terremoto, vittime dello Stato” si legge su un camion che accompagna i manifestanti.

Il caso risale a una decisione del 2015, quando la Commissione Europea aveva sancito che le “agevolazioni fiscali e contributive connesse al terremoto in Abruzzo” – sospensione di tributi e contributi fino al dicembre 2011 e ripresa dal gennaio 2012 con il pagamento del 40% del dovuto in 120 rate – hanno costituito “aiuto di Stato non notificato”. Oggi, in occasione delle proteste, un portavoce della Commissione Ue ha precisato all’Ansa che devono essere restituite solo le compensazioni fiscali ingiustificate – ovvero quelle ricevute da imprese che non avevano attività economiche ma solo la sede legale sul territorio o che hanno ricevuto di più rispetto ai danni subiti. Bruxelles non ha una stima precisa di quanto ammontino gli aiuti illegali da recuperare, in quanto si tratta di una competenza dell’Italia. E una volta avviato l’iter dal commissario straordinario incaricato dal governo, circa 350 cartelle esattoriali con l’intimazione di pagamenti milionari entro 30 giorni sono arrivate ad aziende dell’Aquila che dopo il sisma del 2009 hanno goduto della sospensione del versamento delle tasse.

“È una manifestazione partecipata. C’è quella rabbia positiva che ha consentito anche in passato di rivendicare diritti negati. Bisogna combattere perché la proroga di quattro mesi non risolve il problema. Lotteremo fino alla fine con mezzi civici, politici e giuridici” ha detto il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, in testa al corteo. Accanto a lui anche la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Non voglio parlare di governo, ma dell’Aquila e di una Europa incapace di distinguere aiuti di stato da quello che lo stato deve legittimamente ad una popolazione colpita da un dramma” ha detto. Sulla questione è intervenuta anche Stefania Pezzopane: “Dopo mesi di trattative portate avanti cercando di far capire le ragioni di un territorio che ha rischiato di morire, ora è la volta della voce di popolo – si legge in una nota della senatrice aquilana del Partito democratico – con la manifestazione di oggi diciamo no ad una palese ingiustizia, ad una burocrazia e una politica che non vogliono fare fino in fondo i conti con quello che accadde qui a L’Aquila e nei territori colpiti quel maledetto 6 aprile 2009”.

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