Violenza sulle donne, discriminazione di persone LGBTI e bullismo sono all’ordine del giorno. Ma se da un lato ce n’è consapevolezza, dall’altro troppo spesso in Italia si tende a minimizzare il problema pensando che se ne parli di più solo perché lo fanno mass media e social. La verità è che in Italia il 36,8% delle donne ha subìto discriminazioni sul lavoro (contro il 6% degli uomini) e, di queste, il 44% ha dovuto rinunciarci, mentre il 23,3% della popolazione Lgbti è stata oggetto di minacce o aggressioni fisiche a fronte del 13,5% degli eterosessuali. Secondo un’indagine effettuata nel 2016 da Doxa Kids in collaborazione con Telefono Azzurro su circa 6mila ragazzi e adolescenti, poi, il 35% dei ragazzi dagli 11 ai 19 anni è stato vittima di episodi di violenza da parte di coetanei o compagni di scuola. E il fenomeno sarebbe in aumento. Amnesty International presenta l’indagine ‘Gli italiani e le discriminazioni’, realizzata in collaborazione con Doxa e che spiega cosa ne pensa il Paese dell’incidenza di questi fenomeni in Italia e nel mondo. Lo studio, realizzato su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta (18-70 anni), è stato presentato oggi dall’organizzazione che dà così il via alla campagna di raccolta fondi con il 5×1000. E i dati emersi su queste forme di discriminazione non sono incoraggianti.
VIOLENZA DI GENERE: TRA UOMINI E DONNE DUE FILM DIVERSI – Per sei italiani su dieci la violenza sulle donne è aumentata in questi ultimi anni e sempre più spesso si sentono notizie in cui si parla di femminicidio. Ma, a pensarla così, sono quasi 7 donne su 10, contro il 50% degli uomini. C’è un restante 40% di italiani per i quali il fenomeno è rimasto invariato e che se ne parla di più in ragione dello spazio che a determinate notizie viene dato da media e social media. A minimizzare il problema sono soprattutto gli uomini: il 47 per cento di loro risponde così contro il 30% delle donne. “Le discriminazioni, in ogni loro forma, sono ancora oggi all’ordine del giorno e sappiamo che c’è ancora tanto da fare” dichiara Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Che sottolinea come dall’indagine Doxa emerga una maggiore consapevolezza degli italiani, che iniziano a vedere il problema. Valutazioni confermate dai preoccupanti dati sulle discriminazioni in Italia. Infatti, nel 2017, dei 355 omicidi commessi, 140 sono femminicidi. Di fatto, sebbene il numero degli omicidi commessi nell’ultimo anno sia diminuito dell’11% dal 2016 e del 25% negli ultimi 4 anni, il numero dei femminicidi è rimasto invariato. Ma le donne non sono le uniche a subire discriminazioni.
LE DISCRIMINAZIONI BASATE SULL’ORIENTAMENTO SESSUALE – Il 61,3% dei cittadini tra i 18 e i 74 anni ritiene che in Italia gli omosessuali siano molto o abbastanza discriminati. D’altronde è stato oggetto di insulti e umiliazioni il 35,5% della popolazione Lgbti contro il 25,8% degli eterosessuali. E, in generale, il 40,3% delle persone Lgbti afferma di essere stato discriminato nel corso della vita, il 24% a scuola o in università mentre il 22% sul posto di lavoro. La consapevolezza c’è, ma anche un evidente retaggio culturale che continua a camminare in direzione opposta. Questo, infatti, è il Paese dove il 55,9% si dichiara d’accordo con l’affermazione “se gli omosessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati”, mentre per il 29,7% “la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di esserlo”. L’Italia è spaccata. “La legge che istituisce le unioni civili per le coppie formate da persone dello stesso sesso, approvata a maggio 2016 dal Parlamento – spiega l’indagine – è considerata come un passo di civiltà per un italiano su due, che vede un reale cambiamento nei diritti delle persone omosessuali negli ultimi anni”. L’86% degli italiani pensa che le persone omosessuali debbano avere gli stessi diritti degli altri, dato in aumento rispetto al 72% di una ricerca pubblicata nel 2016. Ma per le coppie omosessuali c’è ancora tanto da fare e questo viene confermato da un italiano su cinque per cui, nonostante i progressi fatti, le coppie omosessuali sono ancora vittime di omofobia.
LA PAURA DEL BULLISMO – In molti casi, discriminazioni e violazioni dei diritti umani avvengono già tra i ragazzi. Altro fenomeno in crescita, infatti, secondo sette italiani su dieci, è quello del bullismo. Quasi la metà degli intervistati (45%) pensa che si sia verificato un incremento del fenomeno proprio a causa della grande cassa di risonanza fornita dai social media. Un ulteriore 26% crede che la crescita sia dovuta al costante clima di incitamento all’odio e alla discriminazione presente sui media. Per un italiano su quattro, invece, il bullismo è sempre stato presente e non ci sono differenze sostanziali rispetto al passato, se non un incremento delle denunce. La verità è che in Italia, un ragazzo o una ragazza su due, tra gli 11 e i 17 anni, ha subìto episodi di bullismo e circa il 20% ne è vittima assidua, cioè subisce prepotenze più volte al mese. Se il bullismo non è un fenomeno nuovo, sicuramente lo è il cyberbullismo. Secondo i dati Istat, il 22% dei ragazzi italiani che utilizzano Internet e smartphone (oltre il 90%) sono derisi e umiliati in rete. Per quasi il 6%, più di 210mila di loro, ciò avviene più volte al mese.
Anche quest’anno al fianco di Amnesty International a sostegno della campagna e della lotta alle discriminazioni c’è chef Rubio, artefice di ricette di solidarietà per persone e situazioni disagiate, dal ‘pasto sospeso’ per migranti e indigenti alle lezioni di cucina in carcere per i detenuti. “Confermo la mia scelta – spiega – perché la tutela dei diritti umani riguarda tutti noi ed è fondamentale continuare nelle grandi battaglie per affermare i diritti di chi non ha voce, sia in Italia che nel mondo”.