Le tensioni tra Gran Bretagna e Russia per l’avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal coinvolgono tutta l’Unione Europea. Nel giorno in cui Mosca espelle i 23 diplomatici britannici dal proprio territorio, il Consiglio europeo – definendo l’attacco “una grave sfida alla sicurezza condivisa – ha espresso la “condanna nei termini più duri possibile” per l’attacco di Salisbury dello scorso 4 marzo e concorda “con la valutazione del governo del Regno Unito sul fatto che sia altamente probabile che la Federazione russa sia responsabile e che non ci sia altra spiegazione alternativa possibile”.

L’uso di armi chimiche “è totalmente inaccettabile”, scrive in una nota il Consiglio europeo, annunciando che “gli Stati membri si coordineranno sulle conseguenze da attuare alla luce delle risposte fornite dalle autorità russe”. Una posizione ufficiale netta, che lascia intendere nuove misure da parte di alcuni Paesi membri. La Lituania, per esempio, ha fatto sapere di essere in procinto di espellere “almeno un diplomatico” e Angela Merkel si è detta pronta “a reagire nel caso con ulteriori misure concordate unitariamente” dopo la riunione dei 28 leader di giovedì sera. Per Emmanuel Macron, l’avvelenamento è “un attacco alla sovranità europea, che richiede una risposta determinata e coordinata da parte dell’Ue e dei suoi Stati membri”. Parole che preannunciano, come spiega l’Eliseo, a misure “coordinate e vere” che arriveranno nei prossimi giorni.

La decisione europea è interpretata in maniera chiara da parte del Cremlino. “L’investigazione non è ancora finita e la Gran Bretagna cerca di costringere i partner a passi verso lo scontro”, ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov definendo una “provocazione” quella del governo guidato da Theresa May. Ma la prima mossa dell’Unione Europea era già sul tavolo. Il premier olandese Mark Rutte, infatti, ha infatti annunciato che l’Ue ha deciso di richiamare “per consultazioni” il proprio rappresentante diplomatico a Mosca.

Tra gli Stati membri, al momento, il più prudente è proprio l’Italia. Paolo Gentiloni ha chiarito di aver “dato con chiarezza il suo assenso” alle conclusioni del Consiglio Europeo sottolineando “contemporaneamente l’importanza che questa condanna non dia automaticamente luogo a un’escalation” e che “non si chiudano i necessari spazi di dialogo con la Russia, che sono importanti in un momento geopoliticamente delicato come quello che attraversiamo”.

Le parole del presidente del Consiglio arrivano quasi in contemporanea con quelle dell’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov. Il diplomatico, durante un seminario a Napoli, ha condannato la “campagna di pressione di Inghilterra ed Europea” e ha detto che la Russia “attende fiduciosa l’insediamento del nuovo governo italiano con il quale intendiamo proseguire lo sviluppo della nostra amicizia in tutte le aree”, dall’economia al commercio fino alla cultura.

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