Beppe Grillo ha detto sì. Il fondatore del Movimento 5 Stelle è intervenuto ieri sera a un’assemblea degli attivisti e degli eletti di Torino per discutere sulla manifestazione di interesse della Città per le Olimpiadi invernali 2026, tema su cui ci sono forti divisioni interne che hanno frenato l’azione della sindaca Chiara Appendino. Grillo ha affermato che questa sarebbe per la Città l’occasione per imporre un nuovo modello di Giochi olimpici fatti all’insegna della sostenibilità, ma sarebbe anche l’occasione per dimostrare anche che il M5s è in grado di affrontare delle sfide.

Il suo intervento è arrivato in un momento di stallo. Giovedì sera, nel corso di un’altra assemblea, le due anime del movimento torinese non erano riuscite a trovare un accordo. Da una parte c’era un gruppo di quattro consiglieri comunali (Damiano Carretto, Maura Paoli, Daniela Albano e Viviana Ferrero) molto contrari alle Olimpiadi al punto di proporre un documento con dieci punti all’insegna del motto “Investimenti privati, guadagni pubblici”: vorrebbero che l’organizzazione dei giochi fosse finanziata interamente dai privati, senza aggravi per le finanze di tutti gli enti pubblici, e che i cittadini siano coinvolti nella progettazione. “Una provocazione”, l’ha definita il capogruppo Pd Stefano Lo Russo. Dall’altra parte, invece, c’era una maggioranza di attivisti con una linea “possibilista” che vuole affrontare “la sfida di concepire un evento che possa essere sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale”, sintetizzava in un post su Facebook la consigliera Valentina Sganga: ok ai Giochi olimpici, a patto che non creino opere inutili, danni ambientali e ulteriori debiti per le casse pubbliche.

Ieri mattina, poi, a mettere pressione sui Cinque stelle sono giunti due eventi. Da una parte la Camera di commercio, promotore del progetto, presentato uno studio di pre-fattibilità per la candidatura di Torino per l’edizione 2026, descritta come un’edizione low cost e a basso impatto. In contemporanea il Movimento No Tav diffondeva una lettera aperta alla sindaca Chiara Appendino chiedendole di fare come Virginia Raggi e dire di no alle Olimpiadi, una lettera a cui si aggiungeva alcune ore dopo un comunicato dell’ex senatore Marco Scibona e dalla consigliera regionale Francesca Frediani, figure di raccordo tra Movimento No Tav e M5s, che ribadivano la contrarietà e sottolineavano come sia il Comitato olimpico internazionale prevedeva che le Olimpiadi non possano essere assegnate a città che si trovano nello Stato in cui la sessione del Cio prenderà la sua decisione: la sede della prossima sessione programmata nel settembre 2019 è Milano, e quindi Torino sarebbe fuori dai giochi. Ma questa è una regola che il nuovo corso del Cio potrebbe non considerare.

Nonostante venerdì il presidente della Camera di commercio di Torino Vincenzo Ilotte avesse ripetuto più volte che l’iniziativa non era da attribuire alla Città di Torino, la sindaca Appendino – per evitare fraintendimenti e per tenere a bada i contrari – è dovuta intervenire più tardi con una nota: “Non esiste alcun dossier della Città di Torino per la candidatura alle Olimpiadi 2026, né tantomeno quello presentato oggi alla Camera di commercio deve essere attribuito alla Città – ha affermato -. La presentazione dell’eventuale modello di Olimpiadi non può che avvenire nella fase di dialogo, step successivo alla scelta o meno di manifestazione di interesse”. A molti è apparso come un tentativo di prendere le distanze e prendere anche tempo, ma ad aiutarla nella decisione è giunta Grillo: “Le Olimpiadi sono una grande occasione per la città e per il nostro movimento. Dimostreremo di essere in grado di organizzarle bene, saranno sostenibili e a zero debito”, ha detto durante la sua telefonata. A questo punto bisognerà vedere come reagirà la minoranza interna al M5s: lunedì in consiglio comunale è prevista una discussione e potrebbe essere molto accesa. Non solo: si dovrà vedere anche la reazione del presidente del Coni Giovanni Malagò che, scottato dall’esperienza della candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024 e dal passo indietro della sindaca di Roma, preferirebbe portare avanti la candidatura di Milano.

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