Questa volta non parlo di diritto o di giustizia. O meglio, ne parlo attraverso l’evento del giorno e cioè il risultato elettorale. Perché la democrazia nasce come espressione massima del diritto. Tutti parlano di risultato a sorpresa; di shock. A me sembra di essere tornato all’Italia del “secondo miracolo economico”, quello degli anni Settanta e Ottanta. Un’Italia disprezzata da tutti dopo essere stata distrutta dalle indagini dei magistrati nei primi anni Novanta. Certamente “l’estetica” e la “sociologia politica” di oggi e di ieri sono diversissime. Allora era il mondo della Democrazia cristiana e del Partito socialista; oggi del centrodestra a trazione leghista e del Movimento 5 Stelle.

Cos’hanno in comune? Politicamente nulla ma, forse, hanno parecchio in comune nel messaggio sottostante, quello accolto con tanto entusiasmo dagli elettori. A prescindere dai “colori” di ieri e di oggi. La chiave delle vittorie è stata e continua ad essere, da un lato, la libertà fiscale per il Nord produttivo e, dall’altro, l’assistenzialismo per il Sud, affaticato e schiacciato dalla propria indolenza a correre come il Nord. Negli anni Settanta e Ottanta, la bandiera della libertà fiscale del Nord era rappresentata dal Partito socialista e l’assistenzialismo del Sud dalla Democrazia cristiana. Allora la libertà fiscale era “mascherata” perché, in realtà, la pressione fiscale era altissima ma, indubitabilmente, ogni fascia produttiva riusciva a trovare il proprio “spazio d’impunità”, correggendo di fatto una tassazione che ne avrebbe strozzato l’espansione.

Al Sud la Dc garantiva un forte assistenzialismo e il sistema nel suo complesso tollerava che parte del Paese venisse sostenuto in modo quasi solidaristico dall’altra. Dopo le elezioni di ieri la libertà fiscale di allora ha voluto prendere forma ufficiale attraverso la mitologica “flat tax”. La voglia del nord è di tornare, come trent’anni fa, ad avere “soldi in tasca”. L’Italia del Nord, quella delle piccole e medie imprese, dei commercianti, dei professionisti e delle partite Iva, sa bene che il modo deve cambiare e non regge più la libertà fiscale “mascherata”. Bisognava inventarsi una “forma legale” e la flat tax è stato il colpo di genio. Di contro l’Italia dell’assistenza è rappresentata dal M5S con il suo “reddito di cittadinanza”. Il M5S ha compreso benissimo che al Sud ci vuole qualcosa di più, non bastava promettere meno tasse per tutti.

Quel messaggio da primi anni Duemila è morto perché se non si guadagna non c’è neanche la speranza di avere meno imposizione fiscale. A questi due messaggi, diversi ma uguali oppure, come avrebbe detto la politica degli anni Ottanta, da “convergenze parallele”, è stato poi condito da spazi di pseudo-legalismo e neo-giustizialismo: da un lato la corsa verso un diritto penale della sicurezza del “non passa lo straniero” e dall’altro dal sadismo delle ghigliottine contro l’Ancien regime. Ripeto: sembrano mondi politici diversissimi tra loro quello anni Ottanta e quello del 2018. Ma, guardando oltre l’estetica, si possono intravvedere analogie forti. E specialmente è lo spirito degli elettori che ha trovato in quelle formazioni politiche la risposta alle caratteristiche ancestrali delle “due italie”. La conferma è che la Lega (parlare del resto del centro-destra ha poco senso, ad oggi) ed il Movimento 5 Stelle non si sono contesi i voti, ma si sono equamente spartiti l’Italia Gli uni e gli altri hanno vinto dove i contraddittori partecipano con onore ma non vincono (e non vinceranno mai). Il vero problema è che nei mitici anni Settanta ed Ottanta c’era il Muro di Berlino ed il mondo era veramente diverso.

Specialmente all’Italia era consentito un po’ tutto (un Nord fiscalmente elusivo ed un Sud assistito) per la forza ed il rischio del Partito Comunista. E anche questa è una novità rispetto ad allora: la sinistra non esiste più e la “destra più destra” è uno spauracchio sventolato senza più senso. Perché sinistra e destra classiche sono ormai come i panda. Insomma, il Novecento è veramente finito, ma l’Italia nel suo profondo è sempre la stessa. Allora la soluzione è stata trovata e tutti hanno vissuto decenni di ricchezza. Oggi il futuro è un mistero. Due presidenti del Consiglio? Uno al Nord e uno al Sud? E’ incredibile che la Lega, quando ha abbandonato la secessione, ha ottenuto una secessione di fatto.

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