Dopo incontri, riunioni e telefonate, è arrivata una buona notizia per gli operai della a Embraco di Riva di Chieri (Torino).”Abbiamo conferma sul congelamento delle lettere di licenziamento per il 2018 in attesa della reindustrializzazione” fa sapere Lino La Mendola  (Fiom di Torino) entrando al ministero dello Sviluppo economico per l’incontro con il ministro Carlo Calenda. “La copertura salariale dovrebbe essere piena per quest’anno, ci aspettiamo che ci sia una soluzione anche dal 1 gennaio 2019. Ci deve essere una soluzione in modo che nessun lavoratore venga cacciato contro la sua volontà. Noi i licenziamenti non li firmiamo”. La società brasiliana del gruppo Whirlpool  – che in passato ha ricevuto 13 milioni di aiuti pubblici – potrebbe infatti confermare i quasi 500 licenziamenti per lo stabilimento ma rinviando tutto al 2019 e garantendo così lo stipendio pieno per 9 mesi ai lavoratori: “Noi non firmiamo i licenziamenti, ci devono essere soluzioni che vadano oltre il 1gennaio 2019: ci aspettiamo che si trovi una soluzione contestuale. Nessun lavoratore deve essere cacciato”, ha aggiunto. Anche perché la delocalizzazione in Slovacchia non è dovuta a una crisi: i conti sono in ottima salute. 

“È stato raggiunto l’accordo sulla sospensione dei licenziamenti- ha detto il ministro Calenda -. Fino a fine 2018 i lavoratori avranno lo stipendio pieno per avere il tempo di operare sulla reindustrializzazione su cui Embraco e Whirlpool si sono impegnate. Siamo soddisfatti ora l’obiettivo è la reindustrializzazione“.

Il governo in questi giorni ha continuato a cercare una soluzione per evitare che i 497 dipendenti andassero a casa. Dopo i contatti tra il ministro dello Sviluppo Economico e il ceo di Whirlpool, Marc Bitzer, alcuni esponenti della multinazionale americana ieri sono stati al ministero per incontri tecnici. Questa mattina l’incontro con i sindacati per fare il punto sulle novità. “L’incontro con il ministro Calenda era atteso da giorni, siamo fiduciosi che le iniziative assunte dal ministero siano in grado di produrre dei risultati e possano concedere un pò di respiro ai lavoratori della Embraco”, aveva detto ieri Dario Basso, segretario generale della Uilm torinese. “La premessa di qualunque trattativa è il ritiro dei licenziamenti. Vedremo domani cosa ci propongono, alla condizione però che ci sia una soluzione reale per tutti i lavoratori”, aveva aggiunto Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese.

Sulla vicenda Embraco si era mosso anche il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, che sarà il candidato premier Fi. “Lunga conversazione su #Embraco con Marc Bitzer ceo mondiale di #Whirlpool. Stiamo lavorando costruttivamente per una soluzione positiva a favore dei dipendenti dello stabilimento di #Chieri. Non sarà facile ma, come promesso, ce la metterò tutta”, aveva twittato Tajani, che mercoledì ha ricevuto a Bruxelles una delegazione di lavoratori dell’Embraco accompagnata dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. I Paesi Ue devono capire che “la partita questa volta non è tra i Governi d’Europa, ma tra Europa e mondo esterno”, quindi ci deve essere “un grande salto di qualità”, “anziché difendersi tra Paesi d’Europa”, sostiene il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che affronta la questione con il presidente Tajani e con il vicepresidente Katainen.

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