Sono Pasquale Tridico, Alessandra Pesce e Giuseppe Conte alcuni dei nomi della squadra di governo che il Movimento Cinque Stelle ha già inviato al Quirinale scatenando la reazione di Paolo Gentiloni. L’economista Tridico è stato indicato per il ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, la dirigente del Mipaf Pesce andrebbe all’Agricoltura e Conte, professore di Diritto privato, guiderebbe il ministero della Pubblica amministrazioneI tre si vanno ad aggiungere all’economista Lorenzo Fioramonti, già indicato per lo Sviluppo Economico, e al generale dei carabinieri Sergio Costa proposto per l’Ambiente. La decisione dei Cinque Stelle di mettere insieme prima del voto una possibile squadra di governo – che sarà composta da 17 ministri – e inviarla già al presidente della Repubblica. Una mossa criticata da Gentiloni: “Surreale”. Immediata la risposta di Luigi Di Maio: “Lui pensa agli inciuci post voto, noi ai cittadini”.

“Persone giuste al posto giusto”
“Lo spirito con cui li abbiamo presentati è quello di mettere le persone giuste al posto giusto, con le loro competenze e la loro storia personale – ha spiegato Di Maio – Se i cittadini ci daranno il consenso avranno una squadra di persone che conoscono il settore che dirigono e la sofferenza delle persone”. I restanti componenti della possibile squadra di governo saranno presentati giovedì all’Eur: “Il ministro dell’Economia? Già c’è e il suo nome lo farò giovedì pomeriggio con tutta la squadra, che sarà di 18 componenti incluso me”, ha spiegato il candidato premier che nel pomeriggio ha inviato la lista al Colle.

Gentiloni: “Festival surreale”. Renzi: “Parla solo di poltrone”
Una mossa che ha irritato Gentiloni. Il presidente del Consiglio, nel corso di un’iniziativa elettorale, ha detto: “Siamo in questo festival surreale di proposte miracolose. Per la prima volta c’è un governo ombra che si presenta prima delle elezioni. Di solito perdi le elezioni e presenti un governo ombra, qui invece lo fanno prima delle elezioni”. Un altro attacco è arrivato da Matteo Renzi: “Di Maio parla solo di poltrone, ma è un incapace“, ha detto il segretario del Pd.

di Alberto Sofia e Manolo Lanaro

Il candidato premier M5s: “Inciucista”
La risposta di Di Maio è arrivata a stretto giro. Il leader del M5s accusa Gentiloni di pensare “agli inciuci post voto e ai futuri scambi di poltrone, noi pensiamo ai cittadini. Lui vuole fare tutto sotto banco, noi agiamo in trasparenza”. Secondo il vice-presidente “i cittadini hanno diritto di sapere quali persone andranno a occupare i posti di rilievo del governo. Basta promesse non mantenute e mance elettorali. Facciamo sul serio. Gentiloni e tutti gli altri se ne facciano una ragione”. Le prerogative del presidente della Repubblica, ha aggiunto Di Maio, “so bene quali sono”. Una scortesia? “A me non risulta che il presidente della Repubblica l’abbia visto come scortesia – conclude – Conosco il valore di alcuni atti che non sono codificati ma che sono importanti per il rispetto delle istituzioni”.

Chi è Pasquale Tridico
Tridico, 43 anni, è docente di Politica economica a Roma Tre con diverse esperienze all’estero (da Vienna a Dublino), piuttosto critico nei confronti del Jobs Act in alcune sue analisi degli anni scorsi. Il suo lavoro più recente, per il Cambridge Journal of Economics si concentra sui “fattori che determinano la diseguaglianza del reddito nei Paesi Ocse”.

Alessandra Pesce, dirigente del Mipaf
All’Agricoltura il M5S propone invece un nome “interno” alla struttura attualmente diretta da Maurizio Martina: Alessandra Pesce, dirigente del ministero e membro della segreteria tecnica del viceministro Andrea Olivero. Pesce è membro del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (Crea) e ha curato alcune edizioni del Rapporto di Stato sull’Agricoltura.

Giuseppe Conte, docente di diritto privato
L’avvocato civilista Conte – lanciato per la Pubblicazione amministrazione, la deburocratizzazione e meritrocazia – è ordinario di diritto privato all’università di Firenze. Fa parte del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, una sorta di “Csm” del Tar e del Consiglio di Stato, e ha presieduto la commissione speciale del Consiglio di Stato che ha “destituito” Francesco Bellomo, il consigliere finito nella bufera per i corsi per aspiranti magistrati conditi da avances, minigonne e “contratto”.

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