Sono stati scarcerati ma gli è stato imposto il divieto di dimora a Palermo e in provincia.  Il gip Roberto Riggio ha convalidato il fermo di Giovanni Codraro e Carlo Mancuso, arrestati per l’aggressione di Massimo Ursino, l’esponente di Forza Nuova pestato martedì in centro a Palermo. La procura aveva contestato loro il tentato omicidio, ma il giudice ha derubricato il reato in lesioni gravissime e disponendo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e non la custodia cautelare in carcere come chiesto dall’accusa. I due sono dunque liberi.

Ursino è stato legato, imbavagliato e picchiato. Per il pm Ennio Patrigni le modalità dell’aggressione configuravano il tentato omicidio aggravato. Ipotesi contestata dal legale dei due giovani, entrambi militanti nei gruppi che animano i centri sociali palermitani. “È un’accusa spropositata”, aveva detto l’avvocato Giorgio Bisagna. , accusando la procura di aver fermato i suoi clienti solo per il clamore suscitato dall’aggressione a Ursino.

Del commando che ha picchiato il mitilante di Forza Nuova facevano parte altre sei persone, tra cui una ragazza che è stata denunciata a piede libero insieme ad altri 4. Per loro, secondo gli inquirenti, non si sarebbero indizi tali da richiedere il fermo.  Codraro e Mancuso sono stati incastrati dalle immagini riprese da videocamere della zona. La ragazza ha girato un video con il cellulare durante l’aggressione che è stato diffuso su diversi siti web. L’audio sarà usato dai consulenti della procura per confermare il ruolo della giovane nell’aggressione. Gli investigatori continuano a indagare: si cercano altri due aggressori ancora non identificati

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