Aveva denunciato complotti, progetti di attentati contro magistrati e annunciato dichiarazioni esplosive su mafia e latitanti. Oggi, però, il gup di Caltanissetta l’ha condannato per calunnia a 3 anni e 8 mesi di carcere. Finisce così la “carriera” da aspirante pentito di Giuseppe Tuzzolino che, prima del verdetto, ha chiesto scusa al giudice per il suo comportamento e ha assicurato che non impugnerà la decisione della commissione del Viminale che gli ha negato il programma di protezione.

Al processo, che si è celebrato con il rito abbreviato, si sono costituiti parte civile alcune delle persone tirate in ballo da Tuzzolino: l’attuale procuratore generale di Bologna, Ignazio de Francisci, l’ex avvocato dell’imputato Ennio Sciamanna e l’architetto Calogero Baldo, ex assessore comunale di Agrigento. L’aspirante collaboratore di giustizia aveva raccontato che De Francisci, in cambio di un Rolex, per fare un favore a Baldo aveva raccomandato una giovane laureata che doveva fare l’esame da avvocato.

Sciamanna, invece, ispirato dal boss Matteo Messina Denaro, avrebbe messo su un piano per uccidere alcuni magistrati tra cui l’ex procuratore di Trapani, Marcello Viola, e l’ex aggiunto di Palermo, Teresa Principato. Al progetto di strage avrebbero preso parte il clan dei Casamonica e la banda della Magliana. Nel corso del processo il legale di Tuzzolino ha chiesto che il suo cliente venisse sottoposto a perizia psichiatrica, ma il gup ha respinto l’istanza. Sulla attendibilità di Tuzzolino si era divisa la procura di Palermo.

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