A San Valentino il cinema non è così romantico quanto e come ci si aspetterebbe. Dal 12 febbraio è in sala Bande à Part. Un balzo nel passato. Con l’edizione restaurata del caposaldo della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard ci rimette di fronte a un triangolo di ladruncoli e amanti sognatori. Anna Karina è contesa tra gli amici Claude Brasseur e Samy Frey. Un po’ vitelloni un po’ poveri ma belli con Parigi sdraiata intorno a loro, il cult è tra i più citati di sempre dalla corsa nel Louvre alla insospettabile dicotomia divenuta marzulliana tra realtà e sogno applicati alla vita vera. Consigliato a chi vuol scrollarsi tutto di dosso abbandonandosi a pure essenze di cinema immortale.

Arriviamo a San Valentino con le uscite del 14. Potrete tornare a innamorarvi con una nuova e visionaria love story che resterà negli annali: The Shape of Water, o La forma dell’acqua. Le 13 candidature agli Oscar danno un’idea della muscolarità commerciale e dell’universalità del linguaggio. Nel laboratorio governativo dove lavora, una donnina delle pulizie non sorda ma muta scopre un misterioso uomo pesce imprigionato per oscure ricerche. Guillermo del Toro riformula la favola urbana soffiando una nuance gotica sul periodo tesissimo della Guerra Fredda. Spie e segreti intorno al mostro. Diversità e anime al margine che si trovano tra silenzi e batticuori intorno a una Sally Hawkins che meriterebbe la Statuetta. Lei e il resto del cast una miniera di gemme. Gli estimatori dei migliori fantasy di del Toro ne resteranno affascinati. Ma pure chi amò perdersi nelle indimenticate storie burtoniane amerà questo film.

Se romantici non siete, la Marvel vi aspetta al varco con il primo cinecomic ambientato in Africa. Dove tutto è ovviamente finto, a cominciare dal Wakanda, nazione segretissimamente hi-tech grazie all’alieno metallo Vibranio. Popolato da paladini upper-class in sordina, di un Terzo Mondo comunque devastato da sé stesso con guerre tra tribù e spremuto dalla globalizzazione, Black Panther a modo suo getta un messaggio politico, ovviamente di pace e sognata uguaglianza, ma anche contraddittorio parlando sempre di elite. Modo contorto, bizzarro, ma potrebbe darcela a bere: il mestiere di una sceneggiatura che non fa una piega attenendosi ai tre atti, la regia armoniosa di Ryan Coogler, il rassicurante protagonista Chadwick Boseman e Michael B. Jordan in versione bad-boy ne fanno un ottimo prodotto di consumo solo se guardato con giusta leggerezza. Ricordatevi sempre che in questa moderna e drammatica Zamunda il Principe non cerca moglie, il suo discorso da Re fa molto Obama style, suo cugino sembra un salviniano dell’ultima ora, casa sua è felina quanto Tana delle Tigri e, soprattutto, il divario tra poveri e ricchi resta sempre quello. Per i soliti agganci al cineuniverso pazientate dopo la fine per vedere le due scene bonus.

Come defaticamento da divano casalingo, continuiamo con una raccolta in Blu-Ray e Dvd di 16 titoli Universal in quattro generi usciti in steelbook di design. Trattasi di cinecomic, fantasy, sci-fi e disaster movie. Visionandone alcuni vengono fuori più virtù che vizi. Comune l’edizione a doppio disco in entrambi i formati. Buone le ricchissime scelte di extra per il Super 8 di J.J. Abrams, che così realizzò da regista il suo sogno più spielberghiano, e da produttore su 10 Cloverfield Lane, secondo episodio del franchise/spin-off proseguito su Netflix col poco convincente Cloverfield Paradox.

Aliene invasioni in varia salsa, numerosissimi mini-backstage per ogni reparto del set. Invece l’intricato fantapolitico Watchmen, cinecomic firmato Bryan Singer invecchia da buon vino ma ci lascia giusto 16 minuti di contenuti speciali, ove un buffo professore del Minnesota ci spiega la fisica quantistica applicata ai poteri “atomici” del frigido Dr. Manhattan. Altro che amore, col nome riferito all’americana Operazione Manhattan sul peggior nucleare di sempre!

Ma il meglio sta ai cioccolatini scartati perché dal 22 (in sala) sarete ampiamente ripagati dal romanticismo raffinatissimo e ossessivo di Phantom Thread, per noi Il filo nascosto. Paul Thomas Anderson giunge al suo capolavoro assoluto, non solo per l’ultima interpretazione di Daniel Day-Lewis (speriamo ci ripensi) ma per l’eleganza formale di un racconto d’amore tra un sarto perfezionista e una cameriera. Musa, amante e fascinosa prigioniera di una relazione che ingabbia anche lo spettatore.

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Guillermo Del Toro presidente della Mostra di Venezia, prima però la corsa verso gli Oscar

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