Il caso Amsterdam – con il governo olandese che a luglio prometteva e dava garanzie non mantenute all’Europa sulla continuità dell’operatività dell’agenzia del farmaco – non si ferma ai ricorsi dell’Italia. La Commissione Envi (Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare) del Parlamento europeo effettuerà una missione di ricognizione (Fact finding mission) ad Amsterdam, per verificare le condizioni della sede provvisoria offerta dalle autorità olandesi all’Ema, probabilmente nella terza o nella quarta settimana di febbraio. A spiegarlo è Giovanni La Via, eurodeputato di Alleanza popolare (Ppe), relatore della proposta di modifica del Regolamento che dovrebbe spostare la sede della European Medicines Agency da Londra alla capitale olandese, proposta per la quale ieri sono stati depositati 51 emendamenti.

Contro la decisione di stabilire la sede nella città dei canali, l’Avvocatura generale dello Stato italiano e il Comune di Milano hanno fatto ricorso, rispettivamente, alla Corte di Giustizia e al Tribunale dell’Ue. Ma oltre ai ricorsi che ora seguiranno il loro iter a Lussemburgo, c’è anche il fronte parlamentare: i membri della Commissione Envi si apprestano ad andare ad Amsterdam per verificare sul posto le condizioni della sede provvisoria in cui l’Ema dovrà trasferirsi. “Non credo – spiega La Via all’AdnKronos – che ci saranno grossi problemi ad organizzare la cosa: con i pulmini del Parlamento partiamo la mattina e torniamo la sera. Dobbiamo solo concordare la data migliore per tutti i componenti della Commissione Envi interessati ad andare ad Amsterdam e, dall’altro lato, concordare la data con il Governo olandese e l’Ema. Dobbiamo farla prima del voto in Envi: la terza e la quarta settimana di febbraio sono settimane buone. Vediamo ora la disponibilità di Ema e del governo olandese e decidiamo la data”.

Il punto critico, ricorda l’eurodeputato, non è tanto la mancata disponibilità del Vivaldi Building, la sede definitiva, a fine marzo 2019, cosa già nota da tempo, quanto le caratteristiche della sede provvisoria. “La Commissione europea – sottolinea – ha sempre parlato di sede provvisoria e di sede definitiva. L’interesse nostro è che la sede provvisoria abbia i requisiti necessari a consentire all’Ema di lavorare”. Il direttore dell’Ema – qualche giorno fa in conferenza stampa – aveva dichiarato che l’edificio di transizione ha la metà dei posti della sede di Londra. L’Agenzia europea del farmaco, continua, “svolge una funzione delicatissima: deve verificare centinaia di dossier l’anno per mettere in commercio farmaci. Se dovesse esserci un ritardo nel processo di rilascio dei farmaci, è ovvio che il rallentamento dell’attività dell’Agenzia si ripercuoterebbe negativamente sulle condizioni di salute dei cittadini europei, che è quello che non vogliamo”. Poi, osserva La Via, “ognuno ha un suo spirito nazionale, cosa inevitabile perché esprimiamo i territori, ma quello che pervade tutto il Parlamento è la volontà di assicurare l’operatività dell’Agenzia. Questa è la cosa più importante: poi, che possa estrinsecare al meglio le proprie funzioni a Londra, ad Amsterdam, a Milano o a Cracovia, non è il primo pensiero del Parlamento. Il primo pensiero è che deve poter funzionare, al meglio”.

In Italia, prosegue La Via, c’è molto interesse “per la diatriba Milano-Amsterdam, che dal nostro punto di vista non è importante: l’importante è che l’Ema funzioni e mantenga le proprie capacità operative. Una volta individuata la sede provvisoria, dovranno partire le procedure preliminari”. Il trasloco dell’Ema non sarà una passeggiata: “Bisogna fare un bando per il trasferimento: non si spostano due scatole portandole sottobraccio, ma tutto ciò che sta dentro un palazzo con 31mila metri quadrati di superficie coperta. C’è da organizzare un’operazione di trasferimento” che sarà complessa, conclude. Il problema, a quanto si apprende da fonti non italiane, nasce dal fatto che il Governo olandese aveva offerto due opzioni per la sede provvisoria ad Amsterdam Zuidas, la zona a sud del centro dove sorgerà il Vivaldi Building, entrambe in prossimità dello stesso edificio, al fine di utilizzare subito le strutture dedicate alle conferenze nella sede permanente, che sarebbe stata in via di costruzione, sistemando intanto il personale in uffici nella zona circostante.

Questa soluzione è stata scartata dall’Ema che ha espresso il desiderio di tenere le riunioni nello stesso palazzo in cui saranno ubicati gli uffici; pertanto le autorità olandesi hanno offerto un altro edificio, lo Spark Building, che tuttavia è in un’altra zona di Amsterdam, Sloterdijk, a poco meno di 9 km dal Vivaldi Building (23 minuti a piedi e con i mezzi pubblici, una mezz’ora in auto e 35 minuti in bicicletta, secondo Google Maps). Per questo il direttore esecutivo dell’Ema, Guido Rasi, ha parlato di un doppio trasloco a tutti gli effetti, perché prima occorrerà portare tutto dalla sede di Londra nello Spark Building e poi nel Vivaldi Building, una volta pronto. Lo Spark Building ha delle sale riunioni, ma non bastano per le necessità dell’Ema: il Governo olandese ha in programma di affittare le sale aggiuntive di cui l’Agenzia ha bisogno da un hotel vicino. Il Governo dell’Aja ha offerto di pagare l’affitto della sistemazione temporanea dal gennaio 2018; dovrebbe essere disponibile per l’Ema entro il 1 gennaio 2019, “al più tardi”, secondo quanto ha promesso l’Esecutivo olandese.

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