La traccia del tema di italiano diceva “Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non hai il coraggio di dirle”. E una ragazza, 14 anni, ha scritto: “Sono stata stuprata da papà, la prima volta fu in un giorno in cui non mi sentivo molto bene e non sono andata a scuola”. Dopo che il fatto, avvenuto a Cassino, provincia di Frosinone, era stato riportato da alcuni quotidiani, è arrivata la conferma del Gip: il padre è stato indagato per violenza sessuale nei confronti della figlia. I gravi indizi di colpevolezza, ha spiegato il magistrato, emergono “con evidenza dalle parole scritte e dalle confidenze fatte” dalla minore all’insegnante e ai suoi familiari e non ci sono motivi “per dubitare sull’attendibilità delle agghiaccianti confidenze“.

Dopo aver raccontato nel tema delle violenze subite dal padre “ogni volta che rimanevamo io e lui soli“, la giovane ha confermato tutto alla sua professoresse. La madre della minorenne, dopo essere stata convocata dal dirigente scolastico, è andata al commissariato di polizia di Cassino, dove ha presentato denuncia. La donna aveva definito il rapporto con il marito “normale e sereno“, con qualche discussione per motivi economici o per l’uso eccessivo di sostanze alcoliche, mai sfociate però in comportamenti violenti. Ma aveva anche allertato la figlia di “non rimanere in casa da sola con il padre”. E poi raccontato di un episodio simile accaduto alla sua seconda figlia, ora 28enne, precisando “che in quell’occasione il marito le aveva promesso che non si sarebbero più verificati fatti analoghi”.

Per il Gip la testimonianza della 14enne è “avvalorata dalle dichiarazioni dei familiari e dalla modalità con cui la ragazza ha deciso di esternare l’accaduto”. Nei confronti del padre è stato disposto l’allontanamento da casa. Ora si trova in un paesino a 20 chilometri da Cassino ed è controllato con il braccialetto elettronico. Il comportamento dell’indagato, si legge nell’ordinanza, “mostra un’indole subdola e manipolatrice, con scarsa capacità di controllo dei propri istinti sessuali”. Per il magistrato, inoltre, “le modalità della condotte” e “il contesto familiare in cui sono state poste in essere” fanno propendere “sicuramente per la sussistenza dell’attualità e del pericolo di reiterazione di condotte analoghe o diverse”.

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