A fine 2016 ebbi una strana conversazione via Facebook. Amico61 era uno sconosciuto, celato dietro l’avatar di una lucertola, e subito scomparso nel deep web. Ma si è rifatto vivo all’alba del 2018.

Amico61. Hai usato l’App che poteva cambiarti la vita, il calendario capace di previsioni perfette? Dopo la nostra discussione sull’inutilità del futuro, avrei dovuto eliminare l’app “Futura17”. Non l’ho fatto e, ogni tanto, l’ho attivata. Ha previsto la sconfitta di Marine Le Pen e il trionfo di Recep Tayyip Erdogan e Xi Jinping, il boom del bitcoin e le catastrofi naturali sopra la norma: 11 mila vittime e più di 300 miliardi di dollari di danni, quasi il doppio del 2016. Trafficando sul mercato dei cat bond ho fatto discreti utili. Alla larga dai bitcoin: la fiducia non è fede.

RR. “Futura17” l’ho subito eliminata. In fondo sono superstizioso e amo le sorprese. L’unica certezza si è avverata: la diseguaglianza economica è cresciuta, il rapporto tra capitale e reddito è ancora aumentato al netto delle riforme di Trump, che lo spingeranno ancora più in alto. Pensi che sarà infelice questo nuovo anno?

A. Ho appena scaricato la nuova edizione “Futura2018” e rispondo: Certamente sì, senza alcun dubbio.

RR. Come l’anno passato?

A. Molto di più.

RR. Come quello prima?

A. Di più, di più, carissimo RR. Assai di più.

RR. Ma c’è almeno un anno talmente orrendo che non vorresti simile all’anno nuovo?

A. Molti.

RR. Da quanti anni cerchi di prevedere quanto accadrà?

A. Da tanti, carissimo.

RR. Ricordi un anno particolarmente infelice?

A. Forse il 2001 dell’undici settembre e della peggiore modifica costituzionale dell’Italia repubblicana. Oppure il 2012 della crisi del debito sovrano con il ciclone Fornero. Eppure, nel 2012 la profezia dei Maya sulla fine del mondo non si avverò. E nel 2001 Valentino Rossi vinse il suo primo titolo mondiale nella MotoGp.

RR. Non era ancora Gp, ma Classe 500. In fondo la vita è una cosa bella. Non è vero?

A. Certo.

RR. Non ti piacerebbe rivivere gli ultimi trent’anni, e magari tutto il tempo passato?

A. Magari. Solo se potessi… In fondo è quello che speriamo tutti noi europei. Rivivere i Trent’anni gloriosi, l’età dell’oro del welfare.

RR. Il Papa da detto che “se non combattiamo il cambiamento climatico non torniamo indietro”. Se Reagan e i suoi epigoni affossarono i gloriosi trent’anni, l’America di Trump vuole sigillarne la tomba, eliminando qualunque possibilità di tornare indietro. Per questo l’America si ritrova negazionista in barba a ogni consenso scientifico: non prende sottogamba le profezie del Papa. Ma rifaresti la vita che hai fatto, tale e quale?

A. No, questo no! Per nulla al mondo.

RR. Che vita vorresti rifare: la mia o quella di Donald Trump, o di chi altro? Oppure credi che io, Trump e chiunque altro risponderebbe: “Vorrei tornare indietro per rifare la stessa vita che ho fatto”? Allora…

A. Forse la seconda che hai detto. Ma no, neppure quella.

RR. Ma che vita vorresti, allora?

A. Una vita a caso, senza sapere nient’altro, come non si sa nulla dell’anno nuovo?

A. Appunto.

RR. La penso anch’io così. Ma il caso, finora, ci ha trattato male. Magari, con l’anno nuovo, il caso incomincerà a trattare bene te e me e tutti gli altri, oppure no?

A. Senti. Domani cominceremo a negoziare e vedremo se riusciremo a trovare un accordo giusto. Se ci riusciamo bene, altrimenti pazienza.

RR. Il futuro è comunque il posto migliore. Non spedirmi il link dell’App. Non si sa mai, le tentazioni…

A. Prosit: benvenuto nel 2018!

Non ho ricevuto “Futura18”. E Amico61 è scomparso nuovamente; magari nel dark web, stavolta. Invero, neppure un pessimista come Giacomo Leopardi sfuggiva al dualismo tra illusione e razionalità. E avrebbe rifiutato anch’egli le previsioni certe, preferendo l’incertezza della vita e della natura. Non è improbabile che nel 2018 le catastrofi naturali aumenteranno per numero e severità, ma possiamo sperare che il loro costo diminuirà. Non capita sempre che colpiscano luoghi ricchi come la California, la Florida o il Texas. Leopardi si era chiesto se quelle catastrofi che battezziamo “naturali” siano solo ed esclusivamente un dono di natura o ci sia invece lo zampino dell’uomo. Molti potenti della terra dovrebbero riflettere sul Dialogo di un folletto e di uno gnomo. Sembra scritto domani.

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