Tra pochi giorni scade la legge che ha consentito la più grande operazione di sorveglianza di massa della storia. I difensori della privacy chiamano all’azione per non farla rinnovare, così la Electronic Frontier Foundation e Access Now invitano tutti a protestare con un tweet-storm e i mezzi che ritengono più congeniali. A fine mese scade infatti uno degli strumenti di sorveglianza più potenti che la National Security Agency americana abbia mai avuto. Si tratta della Sezione 702 della legge FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act) che consente la raccolta di qualsiasi comunicazione elettronica attraverso il computer o il telefono, comprese le e-mail, i registri delle chat e la cronologia del browser, a spese di qualsiasi cittadino straniero fuori dagli Stati Uniti.

Sorveglianza globalizzata
Esattamente quello che è successo con i programmi di sorveglianza PRISM e Upstream denunciati dall’ex consulente CIA Edward Snowden. Sfruttando le disposizioni di questa legge le agenzie spionistiche americane hanno potuto collezionare per anni tutto il traffico passante attraverso i cavi dei giganti delle telecomunicazioni, e obbligare società come Google Yahoo a fornire, senza poterlo rivelare, ogni informazione sui loro clienti che fossero in grado di offrire “informazioni su target stranieri”. Una definizione tanto ampia da permettere di raccogliere dati su giornalisti che scrivono di governi stranieri e imprenditori che fanno affari fuori degli Stati Uniti.

La legge, destinata a scadere alla fine del 2017 dopo essere già stata rinnovata per cinque anni, stavolta non solo potrebbe essere prorogata, ma persino ampliata, e consentire ricerche senza mandato all’interno dei giganteschi database creati dalla NSA. La Sezione 702 autorizza il governo ad acquisire informazioni su cittadini non americani o che si ritiene si trovino al di fuori dei confini statunitensi e pertanto si applicherebbe agli stranieri in terra straniera. Almeno in teoria. Infatti il modo in cui la legge è stata formulata ha permesso di spiare tutti, sia gli stranieri rispettosi della legge che gli americani, seppure protetti dal Quarto Emendamento da ricerche e sequestri immotivati.

La legge infatti richiede che il governo sviluppi “procedure mirate” per garantire che l’obiettivo della sorveglianza si trovi al di fuori degli Stati Uniti in qualsiasi momento in cui viene intrapresa la sorveglianza elettronica. Ma così non è per un semplice motivo. Un numero di cellulare, ad esempio, rimane lo stesso sia che il telefono sia fisicamente all’estero o negli Stati Uniti, e il fatto che qualcuno abbia un numero di cellulare negli Stati Uniti non indica necessariamente se il proprietario o l’utilizzatore di quel cellulare sia straniero o americano. Pertanto, ammesso che l’individuazione del possessore sia possibile grazie alla geolocalizzazione del telefono, per fare questa distinzione le autorità devono avere altre informazioni sul proprietario/utente del dispositivo. E per raccoglierle, secondo gli attivisti per i diritti civili, viene violata la privacy dei cittadini.

La protesta degli attivisti per la privacy
Per questo EFF e Access Now ritengono che le proposte di legge che mirano a riautorizzare la Sezione 702 a fine dicembre minaccino sia direttamente i diritti costituzionali degli americani che di ogni altro cittadino nel mondo e chiedono al Congresso degli Stati Uniti di impedire questa sorveglianza senza garanzie operata dalla comunità dell’intelligence americana. Eppure pochi mesi fa, la National Security Agency in un comunicato stampa aveva dichiarato che per evitare tali abusi avrebbe interrotto la raccolta di dati e metadati di due interlocutori al telefono o che si scambiano un’email.

Ci sono attualmente cinque diverse proposte alla Camera e al Senato degli Usa che mirano a riformare la Sezione 702 e secondo Access Now solo alcune andrebbero discusse, come i due disegni di legge che riconoscono l’importanza della non discriminazione in merito ai diritti delle persone al di fuori degli Stati Uniti. Gli attivisti non sono soli. Due senatori repubblicani, Rand Paul e Mike Lee, hanno dichiarato che voteranno contro ogni tentativo di finanziare la legge che riautorizza una norma tanto controversa. Di fronte al silenzio del resto del mondo potrebbe non bastare.

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