Vanta il poco invidiabile record dell’86 per cento di assenze in Parlamento. Peggio di lui hanno fatto solo gli ex colleghi di partito Antonio Angelucci e Marco Martinelli. Questa legislatura lo ricorderà per un memorabile intervento da statista del 23 ottobre 2013, quando prese la parola alle 23.31 per comunicare alla presidente di turno Marina Sereni: “Sto andando a dormire perché mi sono stancato di sentire le vostre cazzate“. Oggi però, Filippo Piccone ha preso posto alla Camera in quella che probabilmente è stata l’ultima seduta prima dello scioglimento. Non ha chiesto la parola, ma ha presentato una lettera di dimissioni.

L’onorevole, eletto con il Popolo delle Libertà nel 2013 e poi passato tra gli alfaniani, abbandonati recentemente in polemica con la scelta di virare per il centrosinistra, lascia appena prima degli altri per “motivi personali”. In Aula, non li ha spiegati. “Irritualmente”, fanno notare alcuni colleghi, poiché quando un deputato si dimette comunica perché ha scelto di dimettersi. Montecitorio comunque ha detto sì al suo passo indietro con 188 voti a favore. Al suo posto subentra, si fa per dire, Massimo Verrecchia, eletto nel Pdl. Quasi sicuramente non avrà mai occasione di entrare alla Camera a votare, visto che la legislatura è sostanzialmente finita. Ma l’attuale consigliere comunale di Avezzano, nel frattempo, ha già una certezza: fino all’insediamento della prossima legislatura, percepirà lo stipendio che finora è stato di Piccone.

Che, per il momento, torna invece ad occuparsi esclusivamente di Celano, il suo paese d’origine in provincia de L’Aquila, dov’è stato sindaco fino al 2013 e attualmente occupa un seggio in Consiglio comunale e ricopre il ruolo di vice-sindaco. Nei prossimi mesi, magari, volerà a Bruxelles. Alle ultime Europee, infatti, è stato il primo dei non eletti con 42.748 preferenze nella circoscrizione Italia Meridionale alle spalle di Lorenzo Cesa. Se il segretario dell’Udc dovesse rientrare in Parlamento, sarebbe Piccone a sostituirlo. Alla Camera, dove è arrivato dopo due legislature al Senato, lascia 13 atti e 106 emendamenti da primo firmatario presentati dal 2013 ad oggi.

Piccone, ex coordinatore regionale del Pdl, venne travolto – sebbene mai indagato – dallo scandalo legato alla ricostruzione post terremoto a L’Aquila. Lo conoscono bene anche in Salento: era l’amministratore delegato della Ip, una delle società coinvolte nel ricollocamento degli operai della British American Tobacco, l’ultima manifattura tabacchi d’Italia. Il 19 settembre 2012, non si presentò al tavolo convocato al ministero dello Sviluppo Economico, proprio lui che era ad e avrebbe dovuto dare le rassicurazioni più importanti ai 68 operai. All’epoca era senatore. E magari pure impegnato a Palazzo Madama.

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