È molto divertente condurre The Match. L’idea di base era quella di omaggiare l’inarrivabile Match dell’inarrivabile Alberto Arbasino. Un programma fatto di nulla: un arbitro, Arbasino appunto, e due colossi pronti a sfidarsi. Rai, fine anni Settanta. Mario Monicelli contro un Nanni Moretti già insopportabile. Giorgio Bocca contro Indro Montanelli (puntata pazzesca). E via così. Altri tempi, però in The Match – con la “The” davanti per non copiare ciò che mai sarà ripetibile – ci abbiamo provato a fare una tivù diversa. Se volete “alta”, o anche solo intelligente e garbata. A volte è stato difficile essere arbitro, non ci sono granché abituato, ma si sta rivelando una palestra anche quella. Le puntate mi sono piaciute tutte, e dunque ve le consiglio tutte. Salvatore Settis contro Giulio Tremonti è strepitosa, e così Massimo Fini versus Giampiero Mughini. E poi Mario Adinolfi contro Marco Cappato, Tomaso Montanari contro Mario Lavia. Eccetera. Ogni puntata ha vette, accelerazioni e pure qualche derapata. C’è poi lo scazzo monumentale, continuo ed eccessivo, tra Vauro e Barbara Lezzi: due che, al tempo di Berlusconi, sembravano vicini. E forse lo erano pure. Ma adesso no. Proprio no. E non credo che sia un bene.
Mentre vi scrivo stiamo già facendo la seconda stagione: ci stiamo divertendo da morire. È una squadra splendida. Ed è un grande onore lavorare con loro.
Buona visione. E grazie di tutto, una volta di più.
The Match è un programma realizzato da Loft Produzioni. Le prime otto puntate sono disponibili in abbonamento sul sito e sull’applicazione di Loft.
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