Cevital si arrende ed è pronta a cedere l’acciaieria ex Lucchini. Dopo tre anni di promesse non mantenute, il gruppo algerino controllato da Issad Rebrab, scelto dal governo Renzi nel dicembre 2014 come vincitore della gara per il gruppo siderurgico di Piombino, si fa da parte perché cosciente di “non poter procedere senza il supporto del governo”.

Lo ha annunciato il ceo del gruppo, Said Benikene, in una nota nella quale afferma anche che la cifra chiesta per l’ex polo siderurgico di Piombino è stata “attestata” da una perizia. E comunque una cifra lontana dal doppio di quanto pagato da Cevital, come secondo la stampa locale aveva indicato il ministro Carlo Calenda. Nelle scorse settimane, infatti, diverse fonti avevano riferito che Jindal – perdente nella gara di tre anni fa – era pronta a subentrare ma riteneva troppo alto il prezzo stabilito da Aferpi, la società costituita da Cevital per l’acquisto di Piombino.

“Abbiamo indicato una cifra corrispondente a quanto attestato da una perizia effettuata da una primaria società lo scorso anno – spiega Benikene – quando il mercato dell’acciaio era in una fase di congiuntura ancora negativa e si tratta di una cifra ben al di sotto del doppio del capitale da noi investito, come fatto circolare in queste ore”. Nelle scorse settimane, Calenda aveva dato mandato di iniziare la fase di rescissione del contratto a causa delle inadempienze di Cevital, che a giugno aveva già ottenuto un addendum di tre mesi per trovar un partner utile a rilanciare le acciaierie. Ma i nomi proposti non sono stati considerati affidabili dal ministero.

A causa del batti-e-ribatti sulle responsabilità nella scelta di Cevital, nelle scorse ore il governatore della Toscana Enrico Rossi ha confermato che querelerà Matteo Renzi: “Le querele si fanno, non si annunciano”, ha detto. Incontrando alcuni lavoratori dell’ex Lucchini, il segretario del Pd aveva affermato che era stato Rossi, assieme a Maurizio Landini, a volere Rebrab alla guida dell’acciaieria, mentre lui avrebbe preferito i concorrenti di Jindal. Salvo poi smentire. “Io non ho scelto Rebrab che è stato scelto con una procedura di gara”, ha osservato il governatore. Nei giorni della vendita, Renzi aveva più volte esultato sui social per aver risollevato le sorti dei 2mila operai.

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