Due anni dopo l’annunciato rilancio da parte della News 3.0 di Matteo Arpe, Pagina99 dice di nuovo addio all’edizione settimanale cartacea per spostarsi completamente online. “L’elevato costo di stampa e di distribuzione in edicola impattava in maniera troppo pesante sul conto economico della testata”, spiega in una nota l’editore, secondo cui la scelta “si poggia sulla volontà di coniugare il giornalismo di alta qualità con il mondo dell’innovazione”. Il settimanale diretto da Paolo Madron sarà acquistabile in digitale attraverso il pdf e lo sfogliatore e singoli articoli potranno essere comprati attraverso l’app Tinaba. La redazione denuncia però che “null’altro ci è stato comunicato riguardo a nuovi piani editoriali e di business, piani che non sappiamo se esistano o meno”.

“Raccogliamo la sfida digitale convinti che la qualità dell’informazione che finora ci ha contraddistinto possa essere declinata al meglio su piattaforme di distribuzione alternative”, scrive News 3.0., che ha rilevato nell’aprile 2015 la testata fondata nel febbraio 2014 da Emanuele Bevilacqua e dai soci-manager Mario Cuccia e Guido Paolo Gamucci. Nata come quotidiano, pochi mesi dopo Pagina99 aveva rinunciato all’edizione cartacea giornaliera optando per un’unica uscita nel fine settimana affiancata al sito web.

“L’ambizione è di diventare il punto di riferimento per un lettorato di alto profilo che necessita di una informazione libera, di contenuti esclusivi e di modalità di accesso social e digital”, continua la nota. “Inoltre, tenendo anche conto che in News 3.0 sono già presenti due piattaforme digitali innovative, nel piano si prevede la costituzione di un laboratorio che si occuperà di sviluppare, insieme ai team di Tinaba Media e Freejourn, un modello in grado di coniugare l’informazione di approfondimento con i nuovi modelli di distribuzione e consumo dei media”.

I giornalisti ricordano di aver “già ha subito forti tagli negli ultimi mesi”, ma ribadiscono “impegno per la sopravvivenza del giornale e la tutela delle professionalità che ci lavorano” dicendosi “non pregiudizialmente contrari alla trasmigrazione online, tutt’altro”. Tuttavia, aggiungono, “al momento non c’è nessuna visibilità sulla direzione che l’azienda intende prendere e da mesi mancano i presupposti per il mantenimento di un corretto rapporto con tutte le professionalità che contribuiscono alla creazione del giornale. In assenza di questi, è nostra responsabilità avvisare l’editore e i lettori che è molto difficile garantire la realizzazione del prodotto e, soprattutto, il mantenimento degli attuali standard di qualità”.

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