Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato e promulgato la nuova legge elettorale. Il provvedimento entrerà in vigore subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il Senato aveva dato il via libera il 26 ottobre. Per far approvare la riforma elettorale la maggioranza ha coinvolto il governo sia alla Camera che al Senato: l’esecutivo ha infatti posto la fiducia in entrambi i rami del Parlamento. A Palazzo Madama, peraltro, il testo non è stato modificato di una virgola rispetto a quello uscito da Montecitorio. E’ per questo motivo, tra l’altro, che il presidente del Senato Piero Grasso ha rassegnato le dimissioni dal gruppo parlamentare del Partito democratico.
Proprio nel giorno dell’approvazione Mattarella aveva incontrato alcuni studenti a Palazzo del Quirinale. In quel contesto rispose alla domanda sulle firme della legge: quando mi arriva una legge del Parlamento o un decreto legge, ha detto tra l’altro, “io, anche se non lo condivido appieno, ho il dovere di firmarlo, anche se la penso diversamente”. C’è solo “un caso caso in cui posso – anzi devo – non firmare: quando arrivano leggi o atti amministrativi che contrastano palesemente, in maniera chiara, con la Costituzione. Ma in tutti gli altri casi non contano le mie idee, perché non è a me che la Costituzione affida il compito di fare le regole con le leggi o di guidare la macchina dello Stato, ma li affida ad altri: al Parlamento e al Governo. E io ho l’obbligo di firmare, perché guai se ognuno pensasse che le proprie idee personali prevalgono sulle regole dettate dalla Costituzione. La Repubblica non funzionerebbe più”.
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