Uova contaminate da Fipronil, un insetticida proibito per prodotti destinati al consumo. Lo scandalo scoppia in Olanda il 2 agosto, quando viene lanciata l’allerta europea per i prodotti alimentari infettati dal pesticida tossico. Ieri, due dirigenti della Chickfriend sono stati arrestati. Ma è solo l’inizio del problema, perché a creare l’allarme globale sono le esportazioni: 15 i paesi coinvolti, non solo europei. La Commissione europea, che ha convocato a Bruxelles i ministri della Salute, specifica che c’è anche Roma nell’elenco di chi ha ricevuto uova dalle aziende coinvolte nello scandalo. Tuttavia, viene chiarito, questo non significa che abbia ricevuto quelle contaminate. La Coldiretti chiede verifiche sui prodotti industriali preparati con uova di quell’azienda.

IL CASO IN ITALIA – Mentre in una nota il ministero della salute ribadisce quanto detto nei giorni scorsi, ovvero che “ad oggi, non risultano distribuiti al consumo uova o derivati (ovoprodotti) contaminati da Fipronil sul territorio nazionale”, le autorità sanitarie hanno sequestrato in Italia alcuni prodotti provenienti da un’azienda francese che aveva usato le uova di uno degli allevamenti olandesi coinvolti. La segnalazione di questi prodotti, che non sono mai stati messi in commercio nel nostro paese, era arrivata dalla Francia lo scorso 8 agosto – come ha reso noto lo stesso ministero – “attraverso il Rasff”. E indicava che “un’azienda di tale Paese ha acquistato uova da uno degli allevamenti olandesi interessati e le ha trasformate in ovoprodotti che ha poi venduto anche a un’azienda italiana”. Inoltre, il ministero sottolinea che è stato messo a punto “un piano di campionamenti su uova, ovoprodotti e carni di pollame per la ricerca di fipronil che verrà attuato in via cautelativa, anche in assenza di segnalazioni specifiche”. Intanto, il ministero della Salute in queste ore ha inviato alle regioni il piano di controllo a campione. “Riceveranno le tabelle che indicano il numero dei controlli che ciascuna dovrà effettuare per garantire la sicurezza. L’attenzione e il monitoraggio restano elevati anche se, al momento, nel nostro Paese non risultano presenti uova contaminate “, spiega Giuseppe Ruocco, direttore generale della Sicurezza alimentare del ministero della Salute.

I PAESI COINVOLTI – Oltre l’Italia, gli altri Stati interessati sono: Belgio, Svezia, Francia, Gran Bretagna, Austria, Irlanda, Lussemburgo, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia e Danimarca. Tra i paesi non Ue, figurano Svizzera e Hong Kong.  Molte uova sono state già ritirate dagli scaffali dei supermercati in Belgio, Olanda e Germania e distrutte ma tante altre sarebbero già state consumate. Gli esperti e le autorità sanitarie hanno assicurano che, nonostante i livelli di tossicità riscontrati in alcune partite superino il limite consentito nella catena alimentare, questi non rappresentano un pericolo per la salute.

CONVOCATA LA RIUNIONE D’EMERGENZA UE – L’allarme ha reso necessaria la convocazione di un vertice con i ministri degli Stati membri coinvolti e le agenzie di sicurezza alimentare per fare il punto su una situazione che appare ancora confusa. La Commissione europea ha convocato per il 26 settembre una riunione speciale a Bruxelles per discutere delle milioni di uova commercializzate in Europa contenenti il pericoloso insetticida. La sostanza tossica, usata per prevenire i pidocchi nel pollame, è vietata dalle leggi europee per prodotti destinati al consumo umano. L’appuntamento servirà a “trarre le lezioni rilevanti” e a “migliorare il sistema”. Come ha spiegato la portavoce della Commissione, Mina Andreeva ora “la priorita è gestire la situazione, continuare a coordinare e rassicurare i nostri cittadini”.

L’ALLARME E LO SCAMBIO DI ACCUSE TRA OLANDA E BELGIO – La convocazione arriva dopo che lo scorso 2 agosto l’Olanda ha lanciato un’allerta europea per aver scoperto partite di uova contaminate con l’insetticida vietato nel mercato alimentare. Le autorità olandesi hanno indicato come esportatore il Belgio dove sono state trovate uova infette. Da qui lo scambio di accuse. Il governo belga ha puntato il dito sulle autorità olandesi che, secondo Bruxelles, erano al corrente della presenza dell’insetticida potenzialmente dannoso per la salute già nel novembre del 2016. Non è vero, ha risposto a mezzo stampa il direttore generale del Nvwa,  l’agenzia per la sicurezza alimentare olandese. Secondo il direttore Rob van Lint, il rapporto incriminato parlava delle stalle e non delle uova, da qui la valutazione di assenza di rischi per la salute pubblica. L’attacco belga arrivava dopo giorni in cui sotto l’attenzione mediatica era finita l’Afsca, l’omologa belga del Nvwa, accusata di sapere della vicenda da giugno ma di averla notificata all’Ue solo il 20 luglio. E di aver colpevolmente minimizzato i livelli di contaminazione riscontrati.

Nello scaricabarile tra Olanda e Belgio è intervenuta anche la Germania, tra i paesi più colpiti dall’emergenza.  Nel mirino del ministro dell’agricoltura tedesco Schmidt c’è soprattutto l’agenzia belga per la sicurezza degli alimenti il cui portavoce, parlando con la Bbc, ha ammesso di sapere del problema fipronil da giugno.

Secondo una prima ricostruzione la contaminazione da Fipronil sarebbe stata originata da una partita di Dega-16, prodotto contro zecche e pulci delle galline, venduto dalla società olandese Chickfriend, che a sua volta si sarebbe rifornita da un distributore belga di prodotti chimici. Il proprietario della società belga è sospettato di aver aggiunto del Fipronil al Dega-16 per aumentarne l’efficacia disinfettante.

OLANDA AMMETTE: “COMMESSI ERRORI” –  “In ogni crisi vengono commessi degli errori e questa non fa eccezione”, intanto arrivano le prime ammissioni di colpa. Il ministro della sanità olandese Edith Schippers fa mea culpa e ammette le responsabilità del governo dell’Aia nello scandalo delle uova contaminate, ma respinge ogni accusa di negligenza. “Eravamo consapevoli dell’esistenza di un rapporto che rivelava la presenza di fipronil negli allevamenti già nel novembre del 2016, ma allora non vi era alcuna indicazione che la sostanza potesse trovarsi anche sulle uova” ha spiegato Schippers, sottolineando come non fosse possibile rilasciare alcuna informazione in merito in quanto “era in corso un’inchiesta giudiziaria”. Solo ieri Amsterdam faceva sapere che “col senno di poi e sospettando la presenza di friponil sulle uova, si sarebbero dovute adottare delle misure per garantire l’applicazione della legge”.

FRANCIA: 250MILA UOVA CONTAMINATE – Circa 250mila uova contaminate dal fipronil, importate dal Belgio e dall’Olanda, sono state “immesse sul mercato” da aprile in Francia. Mentre nei giorni scorsi in Danimarca si è venuto a sapere che sono stata vendute venti tonnellate di uova infette, oggi in Francia il ministro dell’’Agricoltura Stéphane Travert ha detto che “un lotto di 48mila uova, il 0NL43651-01, può essere stato acquistato dai consumatori, perché messo in vendita da Leader Price tra il 19 e il 28 luglio”. Ma già una prima tranche “di 196mila uova di provenienza dal Belgio è stato messo sul mercato tra il 1° aprile e il 2 maggio”. Il ministro ha sottolineato che “queste uova sono state consumate senza impatto sulla salute“. Ma che “l’insieme dei prodotti contenenti uova contaminate verrà ritirato dal mercato nell’attesa dei risultati delle analisi”. In Germania, dove sono state importate circa 10 milioni di uova con l’insetticida, molti supermercati come Aldi hanno interrotto la vendita, in attesa che si chiarisca la situazione.  In Gran Bretagna, invece, sono state distribuite quasi 700.000 uova contaminate prodotte in aziende olandesi. Lo ha affermato la Bbc nei giorni scorsi citando l’agenzia per l’alimentazione britannica. Oggi i maggiori supermercati britannici, tra cui le catene Waitrose e Sainsbury’s, hanno ordinato il ritiro in massa dei prodotti che potrebbero contenere le uova contaminate. La notizia è riportata dal Times, secondo cui nel Regno c’è ormai una vera e propria psicosi sebbene le autorità abbiano rassicurato sul fatto che i rischi per la salute sono piuttosto bassi

ARRESTATE DUE PERSONE IN OLANDA – Sia in Belgio sia in Olanda sono state avviate inchieste penali. Nella giornata del 10 agosto, proprio nell’ambito delle indagini sullo scandalo delle uova tossiche, sono state arrestate due persone in Olanda. I dirigenti della compagnia ChickFriend sono accusati di aver messo a rischio la salute pubblica e di essere in possesso di sostanze proibite. I due manager, Martin van B. e Mathijs IJ, sono sospettati di aver usato il composto illegale per prevenire i pidocchi nel pollame. Pochi giorni fa avevano chiuso il sito web e la loro pagina di Facebook, e sembravano essere scomparsi nel nulla. Circa 180 produttori olandesi di uova sono stati clienti di ChickFriend e, oltre alla Germania, l’Olanda e il Belgio, le uova infette sono state distribuite anche in Svizzera, Svezia, Francia e Inghilterra. Nel mirino degli inquirenti, che hanno effettuato varie perquisizioni, c’è anche la società belga Poultry-Vision.

DERIVATI E TRACCIABILITÀ – Il comandante Luigi Cortellessa alla guida dei Carabinieri Tutela Norme Comunitarie e Agroalimentari nei giorni scorsi ha fatto sapere che “il consumatore italiano può stare tranquillo perché noi svolgiamo controlli costanti sulla sicurezza alimentare e siamo in grado di vigilare sulla corretta tracciabilità dei prodotti alimentari, in particolare delle uova” afferma Cortellessa segnalando che “fino ad oggi, dall’inizio di quest’anno, abbiamo sequestrato 2,5 milioni di uova con etichette false”. La Coldiretti ha posto l’accento sui “derivati delle uova usati a livello industriale e gli alimenti realizzati con le uova a rischio” e sulla necessità di  “togliere il segreto sulla destinazione finale dell’import di tutti i prodotti alimentari”. Sulla stessa linea anche la Codacons. “Le istituzioni hanno assicurato che non risultano distribuite in Italia le uova contaminate con fipronil, ma il ministero può affermare con altrettanta sicurezza che le uova all’insetticida non siano state utilizzate per prodotti lavorati venduti nel nostro paese?”, è la domanda il presidente dell’associazione Carlo Rienzi.

COLDIRETTI: DALL’OLANDA 610MILA CHILI IN 5 MESI – La Coldiretti ha sottolineando che a rischio non ci sono solo le uova e gli ovoprodotti, ma anche gli alimenti realizzati con le uova contaminate. In una nota pubblica i numeri del rischio in Italia: “Sono arrivati 610mila chili di uova in guscio di gallina dai Paesi Bassi nei primi cinque mesi del 2017 ai quali si aggiungono però anche 648mila chili di derivati come uova sgusciate e tuorli freschi, essiccati, congelati o diversamente conservati, mentre non sono quantificabili gli alimenti venduti come paste e dolci realizzati con le uova a rischio”. Il calcolo parte sulla base dei dati Istat in riferimento al piano di campionamenti su uova, ovoprodotti e carni di pollame per la ricerca di fipronil annunciato dal ministero della Salute.

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