Legge Fiano contro l’apologia del fascismo? Per dirla alla Fantozzi, è una cagata pazzesca”. E’ la definizione tranchant che l’europarlamentare di Forza Italia, Alessandra Mussolini, dà alla proposta di legge del deputato Pd Emanuele Fiano che punisce la propaganda di idee fasciste. Ospite de La Zanzara, su Radio24, Alessandra Mussolini commenta: “Se approvano questa minchiata, mi autodenuncio e mi metto una maglietta con la scritta ‘W Nonno’. Poi voglio vedere. Ma non era meglio insegnare nelle scuole o nelle università il rispetto? Che c’entra fare una cosa così? Se uno dice ‘Vota Mussolini’, e poi trova un magistrato zelante, finisce in galera. Quindi, io con la legge Fiano sono un reato vivente. E pensate pure a Predappio: il sindaco che è del Pd ci campa coi cimeli”. E aggiunge: “I delinquenti non vanno in galera, mentre qui si punisce la discendenza di una famiglia. Questa legge in una democrazia è un segno grave di debolezza. Hanno paura di una cartolina, di una seduta spiritica. Fate una legge contro l’islamismo radicale e non su queste minchiate di proporzioni stellari. Se vogliono abbattere qualcosa, abbattano tutto: ordinamenti, monumenti, codici, obelischi, strade, ospedali”. Poi racconta: “La verità è che spesso e volentieri parecchie persone mi dicono: ‘Ah, se ci fosse stato lui’. Ma io penso anche ai ragazzi che fanno un saluto romano “volante”. Capita anche a me. Per strada, ad esempio, mi riconoscono e spesso mi salutano col pugno chiuso per provocazione. E a me parte la manina, ma poco poco. Mi parte, insomma, il polso, mi si alza la manina autonomamente, è un fatto genetico e inconscio. Allora, per questo devo andare in galera per due anni e sei mesi?”. Mussolini, infine, si pronuncia sul presidente della Camera, Laura Boldrini, la quale ha dichiarato che i monumenti fascisti arrecano fastidio a molte persone: “E’ da cacciare una che dice una cosa del genere. E’ una poveretta, è meglio che si dimetta, perché vuol dire che è antistorica e anti-italiana. Si deve dimettere. Non può stare alla presidenza della Camera, non si deve sedere proprio. Deve stare in piedi per punizione, davanti al Parlamento. Anzi, dietro l’obelisco

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