Carlo De Benedetti lascia dopo 11 anni la guida del gruppo editoriale Gedi, nato dalla fusione del gruppo L’Espresso, editore di Repubblica, con La Stampa e Secolo XIX. Secondo quanto annunciato a margine di un convegno che si è tenuto mercoledì a Torino, il nuovo presidente sarà il figlio dell’ingegnere Marco De Benedetti. Il patron, che ha 83 anni, lascia l’ultimo incarico che detiene nel gruppo dopo aver trasferito nel 2012 il controllo ai tre figli, Marco, Rodolfo e Edoardo. Secondo l’Ansa, il nome di Marco sarà proposto in un cda straordinario dal fratello maggiore Rodolfo, che presiede la controllante Cir ed è azionista di riferimento del gruppo Gedi. Il passaggio completerebbe il ricambio generazionale in atto da anni anche nelle altre società del gruppo, di cui è ad Monica Mondardini.

Carlo De Benedetti, per sua stessa rivendicazione “tessera numero uno del Pd”, secondo quanto riportato giovedì dal Fatto aveva proposto all’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro di prendere il suo posto in consiglio. Ma Mauro, che ha guidato il giornale per 20 anni prima di passare il testimone a Mario Calabresi, avrebbe rifiutato.

Marco De Benedetti è stato dal 1999 al 2005 amministratore delegato di Tim e dal luglio all’ottobre 2005 anche di Telecom Italia. Oggi, oltre ad essere consigliere di Cir e Cofide, è managing director di Carlyle group. Sua moglie, la giornalista Paola Ferrari, è stata socia di Daniela Santanchè in Visibilia Editore. Poi lo strappo e le carte bollate: la Ferrari, che della società era presidente, ha denunciato la Santanchè per presunta “infedeltà patrimoniale” in relazione all’acquisizione di Novella 2000 e Visto nonostante la società fosse in una situazione critica. Lo scorso 30 maggio è stata però disposta l’archiviazione.

L’annuncio dell’addio di De Benedetti arriva a tre mesi dal via libera condizionato dell’Antitrust all’acquisizione da parte del gruppo Espresso di Itedi, la società a cui fanno capo La Stampa di Torino e il Secolo XIX di Genova. L’Autorità ha imposto però al gruppo di cedere “a un soggetto terzo ed indipendente” la raccolta pubblicitaria locale sulle pagine locali delle edizioni di Genova e Torino di Repubblica perché la concentrazione avrebbe creato un monopolio nelle due province. L’accordo tra i De Benedetti e la famiglia Agnelli ha segnato l’inizio dell’uscita della Fiat dall’editoria italiana dopo oltre un secolo.

Lo scorso 27 aprile gli azionisti dell’Espresso hanno approvato l’aumento di capitale necessario per l’integrazione di Itedi e la nascita del nuovo gruppo editoriale Gedi. A valle dell’aumento il 43,4% di Gedi è di Cir, il 14,63% di Fca e il 4,37% dell’ItalPress di Carlo Perrone. Elkann e Perrone sono entrati in cda.

Articolo Precedente

Ddl concorrenza, nuovo stop a 851 giorni dall’arrivo in Parlamento. Calenda: “Incomprensibile”. E attacca i dem

next
Articolo Successivo

Sogesid, ‘perdite coperte con contributi non dovuti, incassati dal ministero dell’Ambiente’. Esposto sulla gestione Staderini

next