C’è un nuovo sviluppo nella vicenda giudiziaria di Ali Salman, noto esponente dell’opposizione del Bahrein.

Come avevamo raccontato in un precedente post, il segretario generale del disciolto partito al-Wefaq (con l’accusa di “terrorismo”), era stato arrestato nel 2014 per “incitamento all’odio” e condannato a nove anni il 30 maggio 2016. Il 17 ottobre la Corte di Cassazione aveva annullato il verdetto e ordinato un nuovo processo mentre, a dicembre, la Corte d’Appello aveva confermato la condanna originaria. Alla fine, il 3 aprile la Corte di Cassazione ha ridotto la pena a quattro anni.

Non c’è da gioire, dato che chi invoca pacificamente riforme non dovrebbe trascorrere neanche un giorno in carcere.

Oltretutto, la notizia della riduzione della condanna di Ali Salman ha oscurato un preoccupante sviluppo, sempre del 3 aprile: il re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa ha ratificato un emendamento costituzionale che renderà possibile il ricorso alla corte marziale per gli imputati civili.

A sei anni dall’imposizione temporanea della legge marziale per fronteggiare le rivolte di massa, l’emendamento rischia di dare vita a nuova stagione di processi irregolari, anche a porte chiuse e in assenza di un avvocato di propria scelta.

L’emendamento, oltre a violare gli standard del diritto internazionale sul giusto processo, è estremamente pericoloso perché formulato in modo del tutto generico: chiunque sarà considerato una minaccia alla sicurezza nazionale del Bahrein o alla sua “indipendenza, sovranità e integrità” potrà finire sotto corte marziale.

Il ricordo va al 2011, quando vennero, in questo modo, processati e condannati attivisti e dissidenti pacifici (tra cui medici, infermiere, insegnanti e difensori dei diritti umani).

Non rende ottimisti nemmeno il silenzio della comunità internazionale, e in particolare dei super-alleati Regno Unito e Usa di fronte a quello che accade nel ricchissimo regno del Golfo.Per non parlare del fatto che Trump ha recentemente rimosso la clausola del rispetto dei diritti umani alla fornitura di aerei da combattimento F16.

TRUMP POWER

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