OBIETTIVI ED EFFETTI – Sulla carta la legge va incontro a diverse esigenze: quella di prevenire e gestire il rischio clinico, ma soprattutto di risparmiare allo Stato i costi dei contenziosi. Secondo l’Associazione nazionale imprese assicuratrici (Ania), ogni anno si registrano 34mila denunce per danni dovuti a cure mediche, soprattutto nei confronti di ginecologi e ortopedici. Una cifra triplicata negli ultimi 15 anni. Ogni risarcimento si aggira tra i 25mila e i 40mila euro, per un valore complessivo di circa 2 miliardi. Occorreva, poi, trovare una soluzione al problema dei costi assicurativi sostenuti dai medici con alcune specializzazioni (in primis anestesisti e ginecologi), ma anche alla fuga delle compagnie dal settore sanitario. La legge, inoltre, vuole dare un freno al costante ricorso alla cosiddetta ‘medicina difensiva’, ossia la prassi di prescrivere una serie di accertamenti e terapie al solo scopo di tutelarsi dal rischio di azioni legali. Una pratica che si stima costi qualcosa come 10 miliardi di euro all’anno. Ma se questa legge era attesa da anni dai camici bianchi, cosa comporterà invece per i pazienti? Secondo Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato Cittadinanzattiva, il testo contiene luci e ombre.

LE NUOVE REGOLE SU PREVENZIONE DEL RISCHIO E TRASPARENZA – Positivo il giudizio sui primi due blocchi che riguardano la prevenzione e la gestione del rischio clinico e l’accesso alle informazioni. La legge introduce, infatti, l’obbligo di polizze assicurative per tutti i liberi professionisti e le strutture sanitarie e sociosanitarie. Saranno istituiti in tutte le regioni dei Centri per la gestione del rischio sanitario che raccoglieranno i dati su eventi avversi, ma anche su frequenza e costi dei contenziosi. Le informazioni saranno trasmesse a un Osservatorio nazionale con lo scopo di individuare le cause di questi episodi ed evitare che possano ripetersi. “Sul fronte trasparenza – prosegue Aceti – nel testo è stato inserito un nostro emendamento: entro sette giorni dalla presentazione della richiesta dell’interessato, la struttura sanitaria dovrà fornire la cartella clinica, mentre oggi possono volerci anche mesi”. Sarà poi obbligatoria la pubblicazione sui siti internet delle strutture sanitarie dei dati relativi ai risarcimenti erogati negli ultimi 5 anni.

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Sanità, nuova legge sulla responsabilità civile e penale degli operatori sanitari: medici contenti, pazienti molto meno

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