E’ una frase tristemente celebre quella pronunciata da Don Peppe Diana nell’omelia per un giovane ucciso dalla camorra: “Vorrei sapere Dio da che parte sta…”, domanda rivolta all’apparato ecclesiastico che non prendeva posizione contro la criminalità organizzata. E’ proprio questo il punto: la nostra tiepidezza, la nostra indifferenza. Le parole non hanno un significato e un senso, si ripetono senza in realtà comprenderne la gravità a meno che… non riguardi direttamente noi.

Se lo sono chiesti Paolo Chiariello (giornalista Sky) ed Antonio Giordano (scienziato di fama internazionale, Direttore dell’Istituto Sbarro per la ricerca sul cancro, Temple University, Philadelphia) in prima linea per difendere il nostro territorio. Il dottor Giordano ha portato a termine studi epidemiologici sulla relazione causale, fondata su strumenti logico matematici, tra l’esposizione a fattori di rischio e l’aumento in percentuale di determinate patologie rispetto alla media nazionale ed alla percentuale nello stesso territorio già riscontrata. Ma accende continuamente i riflettori su un disastro ambientale che non ha eguali nella storia del fu Belpaese.

E siamo qui al Convegno alla Federico II, Facoltà di Giurisprudenza, per illuminare a giorno la Terra dei Fuochi, perché il silenzio, l’indifferenza, l’oblio uccidono più di mille pallottole. Siamo qui affinché non si dica un giorno: erano tempi oscuri perché loro hanno taciuto (Brecht). Il pianeta su cui viviamo è stato devastato, vilipeso, inquinato, sfruttato da un manipolo d’individui e questo è avvenuto perché la maggioranza è rimasta in silenzio.

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“Non mi riferisco solo alla camorra che è la punta dell’iceberg – interviene Olindo Preziosi, audacissimo avvocato penalista, in veste di conferenziere – e ferito a morte nella sua “campanietà”. Ma a tutti coloro che hanno permesso tutto questo e, mattone dopo mattone, hanno costruito la realtà alla quale ci siamo assuefatti. Sarebbe necessario attivare, senza uno sforzo esegetico eccessivo, l’art. 40 II° comma CP nei confronti di tutti coloro che avevano e hanno l’obbligo giuridico di impedire il disastro ambientale. Mi sembra che il ministro della Sanità abbia più volte ribadito che non ci siano evidenze scientifiche dimostrative del nesso eziologico tra il disastro ambientale che affligge la Terra dei Fuochi e l’incremento del 20-30% delle patologie oncologiche. Se un ministro della Sanità, un sindaco, un prefetto e chiunque, preposto a tutelare la salute dei cittadini, pur avendo il potere di evitare e limitare un pericolo per la pubblica incolumità, omette di prendere provvedimenti urgenti risolutivi, dovrà rispondere di tutti i morti e malati connessi alla sua omissione colposa”. E Preziosi lascia parlare le carte. “Anzi gettiamo via la carta, prendiamone un’altra e scriviamo assieme il nostro futuro”.

“Non c’è dubbio che il prefetto e il sindaco possano emettere provvedimenti contingibili ed urgenti in materia di salute ed incolumità pubblica, ricadendo, quindi, su di essi un obbligo giuridico. Possiamo dire che se i terreni fossero tempestivamente bonificati, conseguirebbe un’immediata riduzione della mortalità e della morbilità? Applicando il giudizio controfattuale al caso di specie, possiamo dire che la condotta doverosa avrebbe evitato la morte e la malattia di un notevole numero di cittadini, alla luce di una generalizzata regola di esperienza, a cui deve aggiungersi un’indagine epidemiologica, in base alle quali è possibile accertare un ovvio incremento percentuale di morti per patologie tumorali inevitabilmente collegate all’inquinamento delle falde acquifere, all’immissione nell’aria di polveri contenenti sostanze tossiche di ogni tipo ed all’omessa tempestiva bonifica. C’è materiale sufficiente per avviare un procedimento penale e sostenere l’accusa in giudizio”.

Sì, avvocato Preziosi (che mi è tanto caro già dal cognome) direi proprio di sì. Perché ho vergogna. Sì, mi metto scuorno, anche io come campana, di questi malgestori della res pubblica. Qualcosa si poteva fare, andava fatto. Sarà fatto? Perché non voglio che mia madre, i miei nipoti non mangino insalata coltivata su terreno tossico, perché a Milano ho sentito dire: “Non compro più mozzarella campana perché non so cosa diano da mangiare alle bufale”. Perché la voce di protesta è arrivata fino a New York, attraverso gli scatti da brivido della artista francese Anne de Carbuccia alla mostra intitolata “One Planet”. Da difendere, da tenercelo stretto. Perché il fotografo Gianmarco Chieregato ha scelto per il suo biglietto natalizio la foto di una modella che sorregge il globo ( che sembra però anche una palla di Natale) per ricordarci che il futuro del mondo è nelle nostre mani. Perchè i nostri figli non ci sputino in faccia urlandoci di rabbia: “Che razza di pianeta ci avete consegnato”.

Siamo tutti pronti, avvocato Preziosi, per una class action contro lo Stato. Inerme, inutile più che mai.

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