“I ricorsi li fa chi perde e io non credo che il No perderà al referendum”. Così l’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema, ospite a Otto e mezzo (La7), dopo la presa di posizione del presidente del comitato del No Alessandro Pace che ha sollevato dubbi sulla segretezza del voto degli italiani all’estero, specificando che se al referendum del 4 dicembre il voto degli italiani all’estero fosse decisivo ai fini del risultato e determinasse la vittoria del Sì, potrebbe decidere di impugnarlo. “Questo – afferma D’alema – sembra un dubbio preventivo, i brogli se ci sono vanno documentati. In alcuni casi il cittadino si è visto recapitare insieme la scheda elettorale e la lettera del premier, e questo lo considero un abuso, una atto molto sgradevole. Sono d’accordo sul respingere linguaggio e toni non accettabili. Io ho subìto qualche insulto. Mi si è detto che sono animato da rancore perchè non ho avuto una poltrona. Lo ha detto il presidente del Consiglio che ora non può lamentarsi di toni da rissa perchè egli ha contribuito in modo abbastanza significativo ad avvelenare il clima”. E su un confronto con Matteo Renzi spiega: “Ritengo sbagliato per me venire a fare un confronto, che sarebbe fortemente dialettico conoscendo la personalità del presidente del Consiglio e conoscendo la mia, con il segretario del mio partito. Ritengo sinceramente che il Partito Democratico sia stato già sufficientemente diviso e ferito, secondo me soprattutto per responsabilità del suo segretario”

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