Il motivo per cui la sonda Schiaparelli della missione ExoMars è precipitata su Marte si potrà sapere solo fra qualche settimana, quando la commissione d’inchiesta esterna avrà completato l’analisi. L’Agenzia spaziale europea (Esa) risponde così alle critiche lanciate da Enrico Flamini, planetologo e capo del team scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), secondo cui i test che avrebbero potuto evitare lo schianto sarebbero stati affidati a una ditta romena priva di competenze specifiche. L’Esa, c’è chi dice per risparmiare un milione di euro, ha assegnato i controlli a “un’organizzazione non dotata di competenza specifica sufficiente”, scrive Flamini in un articolo pubblicato su AirPress, rivista specializzata in aerospazio. I risultati della commissione d’inchiesta interna all’Esa saranno resi pubblici il 24 novembre. “In quell’occasione saranno presentati alcuni elementi, ma nulla di definitivo – ha rilevato il portavoce dell’agenzia Franco Bonacina – perché aspettiamo le analisi approfondite da parte della Commissione esterna”.

La vicenda ha inizio il 19 ottobre, quando la sonda Schiaparelli si è schiantata su Marte a causa di un problema tecnico. A un mese di distanza, l’Agenzia spaziale italiana fornisce la sua versione dei fatti e critica i colleghi europei. Nel racconto di Flamini su AirPress, i motivi dell’impatto vengono ricondotti al momento in cui il lander si trovava già nell’atmosfera marziana. Per atterrare sul pianeta rosso, Schiaparelli avrebbe dovuto attivare i retrorazzi, ma qualcosa non ha funzionato. “In quel momento – sostiene l’Asi – al computer di bordo sono arrivate informazioni contrastanti: l’altimetro segnava correttamente 2000 metri di quota, mentre i giroscopi segnavano addirittura meno 10, come se Schiaparelli fosse sotto il suolo marziano”. Poco dopo lo schianto.

Un problema che poteva essere previsto secondo Flamini, se fosse stata eseguita una prova di lancio sulla Terra utilizzando un prototipo, per verificarne il comportamento nell’attraversamento dell’atmosfera. E qui nasce la polemica: le industrie coinvolte avrebbero voluto far eseguire questo test alla Swedish space corporation, mentre il compito è stato affidato alla ditta romena Arca. “Proprio su questi test cruciali” spiega Flamini “si è evidenziata la scarsa esperienza del project team dell’Esa”. La prova non è mai stata effettuata, se non in una simulazione al computer elaborata da una società inglese.

L’Agenzia spaziale europea però ha replicato predicando calma. Una commissione internazionale di cui fanno parte sia rappresentanti dei Paesi che partecipano alla missione ExoMars, come Italia e Germania, sia esperti del settore a livello internazionale, sta indagando su quanto accaduto e su chi siano i responsabili. “E’ stata istituita una commissione d’inchiesta indipendente e per le conclusioni del lavoro che sta svolgendo bisognerà attendere settimane”, ha detto Bonacina. Nel frattempo è in dirittura d’arrivo il lavoro dell’inchiesta interna all’Esa, i cui risultati saranno presentati il 24 novembre, in un incontro dei Paesi che partecipano alla seconda fase della missione ExoMars, in programma nel 2020. L’obiettivo, ha spiegato il portavoce dell’Esa, non è solo presentare i risultati relativi all’incidente di Schiaparelli, ma discutere di ExoMars 2020.

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