di Associazione Rai Bene Comune

Da quando è nata la Rai, Radio Televisione Italiana, ad oggi il concetto di servizio pubblico è cambiato molto, secondo noi è purtroppo peggiorato per tanti e troppi motivi: conflitti di interessi, partiti, lobbies ecc. La censura invece è rimasta sempre giovane e pimpante. Anche le epurazioni sono rimaste quelle dei tempi di Vianello e Tognazzi con il Presidente Gronchi o come quella di Carmelo Bene che nella sua “Lectura Dantis” si trovò davanti la richiesta di analisi preventiva del copione del solito noioso e pedante dirigente Rai dalla schiena piegata per evitare problemi con il politichetto di turno.

Tutto uguale ad oggi passando per le magistrali lezioni di intervento sulla tv pubblica dell’allora premier Silvio Berlusconi che da Sofia sentenziò lo storico editto bulgaro nei confronti di Biagi, Santoro e Luttazzi.

Anche la neo dirigenza spaziale con il suo ad che si ispira a Darth Vader risulta schierata, compatta, unita a difendere i desiderata di Matteo Renzi che invia i pizzini tramite i tanti servitori di due padroni che fanno la spola tra Palazzo Chigi e Viale Mazzini. Nemmeno fanno in tempo a pensare alla cacciata di un personaggio scomodo per lo storyteller renziano che qualche capostruttura all’interno delle reti ha già agito con solerzia e petto in fuori!

Figlie di questo metodo sono le discutibilissime e imbarazzanti cancellazioni dal palinsesto di programmi di servizio pubblico come 610 e Scala Mercalli, a proposito di quest’ultimo caso è la conferma vivida che la Bignardi non epura nessuno, come da intervista rilasciata a Vanity Fair, in cui ci dice che lei ha tolto dal palinsesto di Raitre solo i circhi (bene ha fatto intendiamoci) ma poi in gabbia poi ci ha chiuso il programma di Luca Mercalli.

Si aggiungono poi i due direttori dei tg che ultimamente si erano permessi di rispettare le indicazioni Agcom e Vigilanza dando voce al comitato referendario del No. Ma è oltremodo scandaloso l’allontanamento di Francesca Fornario, divertente attrice comica del programma di Radio2: “Mamma o non Mamma”. Un cambio di contenuti spacciato per una “nuova linea editoriale”, linea che a seguirla fino in fondo porta dritti a Palazzo Chigi. L’arrivo di Carlo Conti nella direzione artistica di Radio Rai ha prodotto, secondo noi, da subito una serie di scelte davvero inconcepibili: è un po’ come chi ha una casa traballante e decide di fare buchi nelle mura portanti… è davvero singolare se non fosse criminale per il futuro del servizio pubblico Rai con una concessione prossima allo scadere.

Ci dicano i signori del settimo piano di Viale Mazzini che progetti hanno per la nostra Rai! Ci diano spiegazioni sensate a scelte sempre più incomprensibili. Se la nuova dirigenza è davvero lontana dai partiti di riferimento allora ci aspettiamo una netta presa di posizione contro le dannose scelte editoriali di questi giorni.

Quali sono i progetti editoriali, cosa possiamo diventare e produrre da qui a tre anni? Quali sono le iniziative per ridurre gli sprechi e produrre internamente i programmi con elevata qualità tecnica ed editoriale? Ci sono 12.500 persone pronte a fare bene il loro lavoro, è sufficiente che qualcuno sia capace di gestirle e disegnare un progetto di servizio pubblico nuovo ed identitario che l’utente deve percepire come necessario. E’ noto come una tv di servizio pubblico possa far progredire un paese, lo ha ribadito poche ore fa anche il Guardian. Sotto il vestito della media company cosa ci volete mettere per contribuire alla crescita del Servizio Pubblico e dunque del paese?

Le numerose petizioni per la riapertura dei programmi, inspiegabilmente chiusi, dovrebbero essere un’indicazione chiara su come deve agire la dirigenza, gli inglesi la chiamano accountability. Si deve dunque rendere conto nei confronti di chi paga il canone e se si chiede spiegazione di scelte manageriali siete tenuti a fornirle ed ascoltare più spesso la volontà degli utenti.

Le scelte intraprese invece puzzano di vecchia politica, non ci fanno andare nella direzione giusta, troppe voci vogliono la RAI relegata ad un ruolo marginale e senza il canone. Lassù al settimo piano siete seduti per questo motivo o per una seria valorizzazione della nuova Rai servizio pubblico multimediale e bene comune?

In attesa di una risposta che per autocensura non arriverà mai vi lasciamo con questa frase che riteniamo adatta a chi (S)governa la RAI ora:
Non leggo mai i giornali al mattino perché stampano solo quello che voglio io.
(Napoleone III di Francia)

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