Piace a qualcuno, ma non convince tutti la legge tanto attesa sul ‘Dopo di noi’ (n° 2232) volta a garantire un futuro adeguato alle persone disabili dopo la dipartita dei genitori. Il cuore del testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale è chiaro: in 10 articoli vengono istituite detrazioni sulle polizze, nuove agevolazioni tributarie e un fondo (90 milioni di euro per il 2016, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni dal 2018 – articolo 3) per l’assistenza e il sostegno ai disabili privi dell’aiuto della famiglia che sarà compartecipato da Regioni (che dovranno anche definire i criteri per l’erogazione dei finanziamenti, la verifica dell’attuazione delle attività svolte e le ipotesi di revoca dei finanziamenti), enti locali e organismi del terzo settore. Per la prima volta in Italia, si introduce il trust, vale a dire uno strumento giuridico che consente al genitore di lasciare casa e soldi in gestione a un soggetto, persona fisica o fondazione, che li amministrerà al momento della loro morte per conto del figlio.

Vediamo nel dettaglio le novità fiscali che entreranno in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2017, salvo le agevolazioni in termini di deducibilità fiscale che sono valide già dal periodo d’imposta 2016.

Premi assicurativi – La prima agevolazione fiscale è la detrazione Irpef per le polizze vita, cioè quelle sul rischio morte del genitore, purché il premio sia destinato alla tutela delle persone con disabilità grave: la detrazione passa da 530 a 750 euro. Secondo M5s dovrebbero accedervi solo i contribuenti con un reddito di almeno 20mila euro lordi. In tasca i soldi arriveranno nell’estate 2017 con la dichiarazione dei redditi. Tant’è che nel 2017 alle Regioni andranno 38,3 milioni di euro, mentre i restanti 51,7 serviranno per gli sconti fiscali.

Trasferimento di beni e diritti – Che siano materiali o immateriali per causa di morte, mediante donazione, trust o a titolo gratuito, i trasferimenti di beni e diritti sono esonerati dal pagamento dell’imposta di successione e donazione se la finalità è “l’inclusione sociale, la cura e l’assistenza delle persone con disabilità”. Per la casa, inoltre, è prevista l’esenzione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa, la riduzione di aliquote e franchigie e l’esenzioni per l’imposta municipale sugli immobili.

Trust – Per mesi questo istituto giuridico è stato al centro di polemiche, tant’è che nel passaggio finale il testo è stato modificato (articolo 6) affiancando al trust anche i “negozi giuridici” come i contratti fiduciari. E includendo anche le associazioni senza fini di lucro che operano prevalentemente nel settore della beneficenza nell’accordo tra privati per la destinazione e la gestione del patrimonio. Per beneficiarne, il trust deve perseguire come finalità esclusiva l’inclusione sociale, la cura e l’assistenza della persona disabile in cui favore è istituito. La durata coincide con la data di morte della persona disabile. Sempre secondo il Movimento 5 Stelle potranno usufruire dei trust appena 1.430 persone.

Altri oneri – Sono esenti dal pagamento del bollo: le erogazioni liberali, le donazioni e gli altri atti a titolo gratuito effettuati dai privati potranno essere deducibili nella misura massima del 20% del reddito imponibile e di 100.000 euro annui.

Le risorse cash sono poche ed erano state messe a bilancio già nella legge di Stabilità. Il punto intorno al quale ruota il dibattito è questo: i soldi. Da un lato la coperta è troppo corta, dall’altro, secondo i critici, sono ripartite in maniera discutibile. Tra i contrari, insieme al Movimento 5 Stelle che ha espresso voto contrario alla Camera dopo aver dato battaglia durante l’iter legislativo perché la norma “favorisce assicurazioni e privati”, ci sono numerose associazioni delle famiglie. “Rispetto al nulla, la legge è sicuramente un passo avanti, ma sembra una cornice di una foto sbiadita”, commenta Sergio Silvestre, presidente di CoorDown (il Coordinamento nazionale associazioni delle persone con la sindrome di Down). Che aggiunge tutta la propria amarezza: “Secondo i dati Istat, in Italia ci sono 257mila persone a rischio di segregazione. Ci aspettavamo dalla politica un po’ più di coraggio e maggiori investimenti. Oggi, invece, abbiamo 184 milioni di euro stanziati in tre anni con i quali si finanzierà qualche progetto per Regione, coinvolgendo solo una trentina di persone”.

Non la tocca piano neanche Simona Bellini, responsabile del Coordinamento nazionale famiglie disabili. A ilfattoquotidiano.it spiega: “È una legge dannosa che sancisce l’abdicazione dello Stato dal suo impegno costituzionale di rendere tutti i cittadini uguali, tramite l’assistenza. Che diventa ufficialmente un affare delle case famiglie e dei pochissimi istituti che prenderanno i fondi stanziati, mentre lo Stato subentrerà, e solo in forma residuale se ci sono eredità, alla morte dei genitori. Non era meglio stanziare quel tesoretto per aumentare i livelli di assistenza essenziale delle prestazioni sociali? È sotto gli occhi di tutti che si tratta di una legge per ricchi”.

A chiedere alle istituzioni di “non fermarsi e di continuare a investire culturalmente ed economicamente nella disabilità” è anche Eleonora Daniele, giornalista e testimonial della Fondazione italiana per l’autismo (Fia). “La legge non deve servire a tamponare solo un enorme falla sul futuro, ma – dice – deve occuparsi del presente che manca di assistenza per genitori e figli, mentre si continuano a tagliare i finanziamenti”.

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