“Eliminate gli aspetti drammatici di un film hollywoodiano e quello che avete visto in The Martian sarà presto realtà”. Parola di Charles Elachi, direttore del Jet propulsion laboratory (Jpl) della Nasa. Ospite all’apertura dei corsi di ingegneria aerospaziale della Sapienza università di Roma, lo scienziato Usa annuncia l’ambizioso obiettivo della Nasa: creare entro il 2040 una base umana su Marte.

Nel percorso di avvicinamento al Pianeta rosso l’agenzia spaziale Usa ha in programma di realizzare una squadra di piccoli droni, del peso di appena un chilogrammo ciascuno, per guidare la prossima generazione di rover, veicoli automatizzati da spedire su Marte entro il 2028. “Tra poche settimane testeremo i prototipi di mini elicotteri progettati per volare su Marte entro 15 anni – spiega Elachi agli studenti dell’ateneo romano -. Grazie a questi droni, sarà possibile esplorare più rapidamente il pianeta e guidare i rover, il cui limite – sottolinea lo studioso Usa – è proprio la velocità di movimento”.

In attesa di vedere il primo essere umano saltellare sulla polvere arrugginita di Marte, anche l’Europa si prepara a sbarcare, entro l’anno, sul Pianeta Rosso, con la missione robotica ExoMars (Exobiology on Mars) dell’European space agency (Esa), in collaborazione con l’agenzia russa Roscosmos. Centrale il ruolo dell’Italia e della sua industria, con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e la Thales alenia space (Thales-Finmeccanica). Lo scopo di ExoMars è ambizioso: andare a caccia di eventuali tracce di vita marziana, passata o presente.

Il prossimo 14 marzo dal cosmodromo di Bajkonur, nelle steppe del Kazakistan, sarà lanciato il modulo di discesa marziano, il cosiddetto lander “Entry, descent and landing demonstrator module” (Edm), insieme alla sonda orbitante “Trace gas orbiter” (Tgo). Battezzato Schiaparelli, dal nome dell’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli che disegnò la prima mappa del Pianeta rosso, il lander si poserà sulla superficie marziana dopo un viaggio di sette mesi. Inizierà, quindi, le analisi scientifiche con la stazione meteo italiana “Dreams” (Dust characterization, risk assessment and environment analyser on the martian surface), realizzata dall’Asi con il supporto del Cisas (Centro di ateneo di studi e attività spaziali “G.Colombo”), e la guida scientifica dell’Osservatorio di Napoli.

A bordo di Schiaparelli anche un altro strumento italiano, il microriflettore laser Inrri (Instrument for landing-roving laser retroreflector investigations), dell’Asi e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), che rappresenterà il primo bersaglio laser passivo sulla superficie di Marte: una sorta di Greenwich marziano.

La sonda orbitante Tgo realizzerà, invece, una mappa delle fonti di metano del Pianeta rosso, e aiuterà gli scienziati nella scelta del sito migliore per il secondo sbarco europeo, in programma nel 2018. Protagonista sarà un rover, un robottino simile a una piccola autovettura, che effettuerà le analisi al suolo grazie a un trapano italiano, in grado di raggiungere i due metri di profondità, alla ricerca di vita microbica aliena.

Ma il mese di marzo, che saluta l’inizio della primavera, è anche ricco di eventi astronomici per tutti gli appassionati che amano volgere lo sguardo al cielo. Mattatore assoluto è Giove. In attesa di essere raggiunto, il prossimo 4 luglio 2016, dalla sonda Nasa “Juno”, il gigante gassoso del Sistema solare a partire dal giorno della festa della donna raggiunge, infatti, la minima distanza dalla Terra. “L’8 marzo Giove si trova all’opposizione. Si tratta, cioè – spiega l’Unione astrofili italiani (Uai) -, del periodo di migliore osservabilità del pianeta, che raggiunge la minima distanza dalla Terra, la massima luminosità e il massimo diametro apparente per l’anno in corso. È, quindi, possibile osservarlo – spiegano gli esperti dell’Uai -, a Est dopo il tramonto, a Sud nelle ore centrali della notte e a Ovest prima dell’alba”.

Sempre nel giorno della festa della donna, un altro oggetto celeste fa capolino nel cielo. È l’asteroide “2013 TX68”, un sasso spaziale di circa 30 metri di diametro. A differenza di Giove, però, non è visibile a occhio nudo, passando a una distanza di sicurezza di circa 5 milioni di chilometri. A contribuire alla ricostruzione di traiettoria e posizione dell’asteroide, il Near-Earth object (Neo) coordination centre dell’Esa a Frascati, che ha individuato l’oggetto spaziale nelle immagini in archivio. “Conoscevamo già questo asteroide – sottolinea Paul Chodas, responsabile del Center for near-Earth object studies (Cneos) della Nasa -. Sapevamo che avrebbe volato vicino la Terra all’inizio di marzo, ma questi ultimi dati ci permettono di capire ancora meglio il suo percorso orbitale. Le analisi, infatti – aggiunge l’esperto -, indicano che questo piccolo asteroide transita probabilmente molto più lontano dalla Terra di quanto si pensasse”.

Agli astrofili e appassionati che il 9 marzo si trovano nell‘Oceano Pacifico il cielo offre anche un altro affascinante spettacolo: un’eclissi totale di Sole. Infine, a sorpresa, questo mese la volta celeste potrebbe essere illuminata da improvvise palle di fuoco, simili a fuochi pirotecnici. “Marzo è un mese in cui spesso si osservano spettacolari bolidi celesti – concludono gli esperti dell’Uai -. Non è raro, infatti, che la Terra in questo periodo incontri frammenti di asteroidi”.

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