In televisione sento un uomo che grida: “I responsabili di questa truffa delle banche dovranno pagare!” Gli fa eco un politico: “Sì! I colpevoli devono essere condannati!!!”

E chi potrebbe dargli torto?
Solo che né l’opinion maker né il politico dicono la verità: nessuno pagherà per i 3 miliardi della Banca Etruria e per tutti gli altri miliardi rubati da banchieri generosi con i prestiti ai loro amici. Nessuno finirà in galera. Semplicemente perché in Italia non esiste una legge che punisca veramente la truffa!

Quando mi capita di dirlo vedo sempre facce che mi guardano come se fossi impazzito. Perché questa informazione è poco conosciuta. La pena per il reato di truffa semplice è la reclusione da sei mesi ai cinque anni con una multa ridicola da 51 euro a 1.032 euro; ma con qualche attenuante ottenuta con patteggiamenti vari si va al di sotto dei 3 anni di carcere, il che evita al truffatore di finire realmente in prigione. E con qualche cavillo la condanna è al di sotto del minimo richiesto dagli accordi internazionali per ottenere l’estradizione. E il meccanismo per la restituzione dei soldi truffati è talmente farraginoso che puoi riuscire a non andare in galera senza neanche dover restituire i soldi. E questo vale per il reato di truffa e quelli connessi: manipolazione del mercato azionario (insider trading), falso in bilancio e la maggioranza dei reati fiscali. Negli Usa per gli stessi reati si può finire in galera per 8 anni, ma si arriva anche a 20.

Sul Corriere della Sera ho trovato questo breve elenco delle pene realmente inflitte per reati gravissimi: “…Un mese di carcere convertito in 1.500 euro di multa per aggiotaggio a un operatore finanziario dell’Umb, recidivo. Quattro mesi convertiti in 6 mila euro a due suoi colleghi di City Bank. Quattro mesi per insider trading al finanziere bresciano Emilio Gnutti. Due anni ma condonati al figlio di Licio Gelli, Raffaello, per bancarotta fraudolenta. Uno in meno di quelli che rischia l’immigrato etiope El Israel, rinviato a giudizio per aver colto un fiore per la fidanzata ‘spezzando i rami di un oleandro posto a ridosso di una aiuola decorativa con l’aggravante di aver commesso il fatto su un bene esposto per necessità e consuetudine alla pubblica fede’”.

Nel 2014 in Italia era in galera per reati finanziari solo lo 0,4% dei detenuti contro 4% della Germania. E quasi tutti i detenuti colletti bianchi italiani erano condannati per fatture false, uno dei pochi reati finanziari puniti con un po’ di durezza. Per me è un mistero il fatto che i progressisti in questi anni si siano impegnati duramente in campagne assolutamente giuste ma che hanno una ricaduta sul benessere dei cittadini molto inferiore alle truffe e non c’è stata mobilitazione per ottenere che il raggiro sia punito adeguatamente. Ed è un mistero il fatto che oggi siamo di fronte a una grande occasione per mettere al centro del dibattito la questione delle pene per i reati di truffa e invece non ho sentito un solo ospite televisivo affrontare questa questione.

Non capisco proprio quale sia l’ordine delle priorità per i progressisti! Eppure per chi vuole un’Italia migliore e il bene del popolo la battaglia per ottenere una legislazione più dura contro corruzione e truffe dovrebbe essere una priorità assoluta.
Corruzione, truffe, evasione fiscale, falsificazione di marchi industriali (che sono forme di truffa pure queste) costano allo Stato più di 200 miliardi di euro, ma provocano un danno collaterale al sistema Italia e alle tasche dei cittadini che porta questa cifra quantomeno al raddoppio.

Quando mia madre era al Senato, insieme all’avvocato Marco Marchetti, nostro consulente legale, facemmo una dura battaglia per ottenere una legge decente che avrebbe fatto risparmiare miliardi agli italiani. Oggi il fatto che il governo Renzi abbia fatto poco o niente su questo terreno e in alcuni casi abbia addirittura addolcito le pene dovrebbe far imbufalire le opposizioni… Non si dovrebbe parlare d’altro in tv e nelle piazze! Ma evidentemente questo tema è considerato noioso, poco avvincente, non in grado di far incazzare i cittadini. Secondo me è un gravissimo errore. Se si spiegasse alla gente che in Italia per truffa non si va in galera credo diventerebbero furiosi…

Per favore se sei d’accordo con questo articolo non mettere un “mi piace”, i like non servono a nulla, condividilo!

 

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Yara Gambirasio, Massimo Bossetti sbotta in aula: “Contro di me solo bugie”

next
Articolo Successivo

Francesco Viviano condannato, è tempo di riflettere sul nostro livello di democrazia

next