Riescono a gestire il “tempo complicato” della famiglia, perché in 24 ore ne fanno stare 48. Per questo, secondo Papa Francesco, mamme e papà meriterebbero il premio Nobel. Bergoglio, nel corso della sua udienza generale in piazza San Pietro – la centesima – alla presenza di oltre diecimila fedeli e pellegrini arrivati da tutto il mondo, ha dedicato la catechesi alle tre dimensioni che scandiscono la vita familiare: la festa, il lavoro e la preghiera, soffermandosi sull’importanza di quest’ultima.

“Il tempo della famiglia, lo sappiamo bene, è un tempo complicato – ha osservato Francesco – e affollato, occupato e preoccupato. E’ sempre poco, non basta mai. Ci sono sempre tante cose da fare. Chi ha una famiglia impara presto a risolvere un’equazione che neppure i grandi matematici sanno risolvere: dentro le ventiquattro ore ce ne fa stare il doppio! Così! Ci sono mamme e papà che potrebbero vincere il Nobel, per questo! In 24 ore fanno 48. Non so come fanno, ma si muovono e fanno”.

Il Papa ha però aggiunto che “lo spirito della preghiera riconsegna il tempo a Dio, esce dall’ossessione di una vita in cui manca sempre il tempo, riscopre le cose necessarie e la gioia”. E chiede ai genitori di insegnare ai bambini a fare il segno della croce. All’inizio della catechesi ha poi ricordato che “il lamento più frequente dei cristiani riguarda proprio il tempo: ‘Dovrei pregare di più…; vorrei farlo, ma spesso mi manca il tempo’. Sentiamo questo continuamente. Il dispiacere è sincero – ha aggiunto – certamente, perché il cuore umano cerca sempre la preghiera, anche senza saperlo; e se non la trova non ha pace. Ma perché si incontrino, bisogna coltivare nel cuore un amore ‘caldo’ per Dio, un amore affettivo“.

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