Si ferma subito il processo bis a Stephan Schmidheiny, il magnate svizzero ex proprietario di Eternit. Il gup di Torino Federica Bompieri ha infatti sollevato la questione di costituzionalità per il principio del “ne bis in idem“, quello in base al quale non si può essere processati due volte per lo stesso fatto. Il tribunale ha accolto la richiesta dei legali dell’imprenditore. Schmidheiny è stato assolto per prescrizione da una precedente accusa di disastro ambientale doloso. In questo caso invece l’imputazione è per omicidio volontario di 258 persone, morte per le malattie contratte a causa dell’esposizione all’amianto. Ma il giudice che deve pronunciarsi sul rinvio a giudizio di Schmidheiny ha bloccato il processo e rinviato tutto alla Consulta. Se la Corte costituzionale dovesse accogliere la tesi del giudice sarebbe prosciolto subito da almeno 186 dei 258 casi di morte contestati. Intanto però, come emerso a margine dell’udienza in tribunale, si estende il numero di capi di imputazione formulati dalla Procura di Torino per altri 94 casi di morte.

Il giudice ha rinviato alla Consulta perché ritiene che, nell’eventualità di un accoglimento, dovrà riscrivere e ampliare l’articolo del codice di procedura penale (il 649 sul “divieto di un secondo giudizio”). Questo “costituirebbe il presupposto” per una sentenza di non luogo a procedere “eventualmente parziale”: in pratica, il proscioglimento dalle accuse legate al decesso delle 186 persone le cui vicende erano già state trattate nel primo processo Eternit.

“Anche per oggi la buffonata è finita” commenta una delle parti civili del processo Eternit bis, un cittadino di Casale Monferrato che ha perduto la moglie (“E’ morta nel 2000 a 43 anni senza avere mai lavorato in fabbrica”). “Adesso – dice – ci vorranno anni soltanto perchè possa riprendere l’udienza preliminare. La legge è uguale per tutti, sì, ma per tutti i poveri. Per i signori è diverso”.  

“La strada è ancora in salita – commenta il sindaco di Casale Titti Palazzetti – ma continueremo a perseverare per avere giustizia”: Con lei altri primi cittadini della provincia di Alessandria, particolarmente colpiti dalla tragedia dell’amianto. “Ora, bisognerà attendere che la Corte Costituzionale si pronunci – aggiunge – I tempi inevitabilmente si allungheranno, ma la città ha dimostrato più volte una ferma determinazione. Continueremo, tutti uniti e a fianco dei cittadini, a cercare giustizia”.

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