Il 2014, nonostante Mare Nostrum, è stato l’anno più tragico della triste vicenda della immigrazione clandestina via mare. Sono morte oltre 3400 persone. Un record drammatico. Grazie anche a Mare Nostrum gli sbarchi in Italia sono più che triplicati superando la cifra di 150.000 unità. Con l’operazione Triton le cose non sono affatto migliorate sia per morti che per sbarchi. Eppure non sempre la situazione è stata così drammatica.

Nel 2010 gli sbarchi erano stati appena 4400. Negli anni precedenti si passava dai 9000 del 2009 ai 36.000 del 2008, per attestarsi su una media di circa 20.000 sbarchi l’anno negli anni anteriori. Il numero di morti era ovviamente infinitamente inferiore a quello del 2014. Quando vi è stato il cambiamento? Con la guerra libica. Il 2011, anno di esplosione della crisi libica, è stato un anno anomalo: si sono raggiunti infatti ben 64.000 sbarchi. Secondo previsioni pubblicate da Franco Venturini su il Corriere della Sera si temono sbarchi fino a 500.000 unità nei prossimi mesi. È chiaro che dietro questo fenomeno non c’è solo la pressione di disperati spinti essenzialmente dalle guerre religiose, dalle violenze politiche e da condizioni sociali disperate. Il fenomeno, come è ormai ben noto, è incoraggiato e favorito dalle milizie islamiche e dalla circostanza che nessuna autorità controlla più le coste libiche.

I rischi di un esodo dalle proporzioni bibliche sono evidenti. Non solo per la sorte dei migranti in balia di scafisti sanguinari e senza scrupoli, ma anche per il futuro dei Paesi europei. È evidente infatti che l’Italia e l’Europa non possono assorbire ondate di queste dimensioni, sia perché mancano prospettive di inserimento lavorativo, sia perché l’assistenza a centinaia di migliaia di migranti, in prospettiva milioni, ha costi enormi, sia per la sicurezza dei Paesi europei posto che insieme con tanta brava gente arrivano anche personaggi inquietanti e pericolosi, come li ha definiti il procuratore capo di Palermo, collegati con le milizie islamiste o più semplicemente delinquenti senza scrupoli.

Le varie politiche messe in campo dal governo italiano hanno dimostrato di non funzionare. In attesa che in Libia si formi un governo democratico capace di controllare il territorio, occorre un blocco navale all’interno delle acque libiche che impedisca alle barche degli scafisti di prendere il mare aperto, la distruzione dei pescherecci che l’intelligence individui come probabilmente coinvolti nel traffico di esseri umani, e, extrema ratio, l’occupazione militare da parte di eserciti appartenenti a più nazioni delle zone costiere in mano alle bande che organizzano e favoriscono l’emigrazione.

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