“Non c’è futuro senza propositi e progetti di pace!”. Papa Francesco ha voluto dedicare interamente l’angelus della prima domenica del 2015 al suo nuovo appello per la pace. Un appello che, facendo seguito al messaggio di Bergoglio per la giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2015 sul tema della schiavitù, ha guardato non solo ai focolai di guerra ancora sparsi nel mondo, ma anche agli scontri tra cittadini e immigrati, come quelli del novembre 2014 a Tor Sapienza, alle “lotte parrocchiali” e alle “tensioni familiari”. Il rimprovero del Papa è chiaro: “Non facciamo nulla di concreto per costruire la pace. Il nostro è un silenzio complice! Chi fa il male odia la pace”.

“Il mio auspicio – ha spiegato Francesco ai numerosi fedeli presenti in piazza San Pietro – è che si superi lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo. Questo sfruttamento è una piaga sociale che mortifica i rapporti interpersonali e impedisce una vita di comunione improntata a rispetto, giustizia e carità. Ogni uomo e ogni popolo hanno fame e sete di pace, pertanto è necessario e urgente costruire la pace!”. Per il Papa “far tacere le armi e spegnere i focolai di guerra rimane la condizione inevitabile per dare inizio a un cammino che porta al raggiungimento della pace nei suoi differenti aspetti. Penso – ha aggiunto Bergoglio – ai conflitti che insanguinano ancora troppe regioni del Pianeta, alle tensioni nelle famiglie e nelle comunità, come pure ai contrasti accesi nelle nostre città e nei nostri paesi tra gruppi di diversa estrazione culturale, etnica e religiosa. Dobbiamo convincerci, nonostante ogni contraria apparenza, che la concordia è sempre possibile, a ogni livello e in ogni situazione”.

Per Francesco “tutti noi siamo chiamati a riaccendere nel cuore un impulso di speranza, che deve tradursi in concrete opere di pace, di riconciliazione e di fraternità. Ciascuno, nel proprio ruolo e nelle proprie responsabilità, può compiere gesti di fraternità nei confronti del prossimo, specialmente di coloro che sono provati da tensioni familiari o da dissidi di vario genere”. Un chiaro riferimento anche ai divorziati risposati che saranno oggetto del Sinodo dei vescovi sulla famiglia che si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2015 e dal quale dovranno uscire soluzioni concrete per la loro accoglienza nella Chiesa.

Al termine dell’angelus il Papa ha annunciato la lista dei nuovi cardinali del concistoro che terrà il 14 e il 15 febbraio prossimi. Venti le nuove berrette rosse, tra cui 15 elettori in un eventuale conclave e 5 emeriti. Tutte scelte che ancora una volta premiano la “periferia” rispetto al “centralismo” della Curia romana bacchettata in modo impietoso da Bergoglio nel suo discorso per gli auguri natalizi. Tra i dicasteri vaticani, infatti, una sola porpora: quella del neo prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, la “Cassazione vaticana”, monsignor Dominique Mamberti, che dal 15 gennaio lascerà l’incarico di “ministro degli esteri” della Santa Sede.

Gli altri 14 nuovi cardinali sono: Manuel José Macário do Nascimento Clemente, patriarca di Lisboa (Portogallo); Berhaneyesus Demerew Souraphiel, arcivescov o di Addis Abeba (Etiopia); John Atcherley Dew, arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda); Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo (Italia); Pierre Nguyên Văn Nhon, arcivescovo di Hà Nôi (Viêt Nam); Alberto Suárez Inda, arcivescovo di Morelia (Messico); Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon (Myanmar); Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok (Thailandia); Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento (Italia); Daniel Fernando Sturla Berhouet, arcivescovo di Montevideo (Uruguay); Ricardo Blázquez Pérez, arcivescovo di Valladolid (Spagna); José Luis Lacunza Maestrojuán, vescovo di David (Panamá); Arlindo Gomes Furtado, vescovo di Santiago de Cabo Verde (Arcipelago di Capo Verde); e Soane Patita Paini Mafi, vescovo di Tonga (Isole di Tonga). I 5 porporati non elettori invece sono: José de Jesús Pimiento Rodríguez, Luigi De Magistris, Karl-Joseph Rauber, Luis Héctor Villalba e Júlio Duarte Langa.

Twitter: @FrancescoGrana

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