L’Arpa della Regione Puglia lo scorso 6 settembre ha ordinato la chiusura della discarica di Trani gestita dalla locale azienda municipalizzata Amiu. L’organismo di controllo regionale ha rilevato la presenza di elementi inquinanti quali manganese, nitriti, ferro e nichel “che denotano un apporto continuo di inquinanti in falda” connessi” non ad un evento episodico ma ad un cedimento strutturale della barriera di impermeabilizzazione”. Lo afferma in una nota il capogruppo al consiglio regionale di Sel Michele Losappio.
La vicenda, finita in Procura ha creato un vero e proprio allarme sociale nella cittadina pugliese, poiché secondo l’Arpa Puglia si ipotizza che nella discarica finivano giornalmente ca 200 tonnellate di rifiuti senza la necessaria bio stabilizzazione. Ai gestori della municipalizzata è stato richiesto di illustrare le ipotesi di risoluzione dell’emergenza. I consiglieri di opposizione dal PD all’NCD hanno richiesto la immediata convocazione di un consiglio comunale sulla chiusura della discarica e l’accertamento delle responsabilità sull’enorme rischio ambientale qualora dovesse risultare compromessa la falda. Intanto la Regione ha ordinato al comune di censire i pozzi e le relative autorizzazioni presenti in un raggio di tre chilometri dalla discarica. Da segnalar e inoltre che la discarica è sfornita di impianto di captazione di biogas nonostante sia stata effettuata una gara da oltre due anni. La vicenda ha coinciso con il pagamento della prima rata della Tari che a Trani, come nel resto del Paese, è aumentata considerevolmente provocando una vera e propria rivolta tra commercianti e residenti che hanno raccolto migliaia di firme per richiederne la modifica sospendendo il pagamento.
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