La cancelliera Angela Merkel ha chiamato il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi chiedendogli se l’Eurotower abbia cambiato corso sul tema dell’austerità. A riferirlo è il settimanale tedesco Der Spiegel, secondo il quale Merkel avrebbe accolto con preoccupazione le parole pronunciate da Draghi a Jackson Hole, interpretate da molti come un’apertura alla flessibilità sui conti pubblici dei Paesi dell’Eurozona. Di qui la telefonata di chiarimento, che sarebbe avvenuta la settimana scorsa e durante la quale, secondo la testata di Amburgo, Draghi si sarebbe “difeso” ricordando di aver comunque invitato i Paesi in crisi a una politica di riforme. L’ex governatore di Bankitalia, durante il vertice annuale dei banchieri centrali nel Wyoming, ha parlato della necessità di “maggior coordinamento della politica fiscale” in Eurolandia e sostenuto la necessità di un ampio programma di investimenti pubblici, rilevando che “la flessibilità esistente potrebbe essere sfruttata meglio per sostenere la debole ripresa”. Ma le linee Francoforte-Berlino, sempre stando alla ricostruzione di Der Spiegel, nei giorni scorsi sono state caldissime: Draghi sarebbe stato contattato anche dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, che ha detto di ritenere che il banchiere centrale sia “stato frainteso” su rigore e flessibilità. E due giorni fa ha dichiarato che la Bce, a cui tutta l’area euro guarda in attesa di misure “non convenzionali” contro la deflazione, “non ha più munizioni”. Il direttivo dell’Eurotower si riunirà giovedì e i mercati sperano in un intervento robusto: un nuovo taglio dei tassi o l’annuncio di un’operazione di acquisto di titoli di Stato per iniettare liquidità nell’economia.
Per quanto riguarda le nomine europee, però, lo Spiegel sostiene anche che il governo di Berlino avrebbe rinunciato a contrastare la nomina dell’ex ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici, favorevole a un rilancio degli investimenti per far ripartire crescita e occupazione, come futuro commissario agli Affari economici e monetari della Ue. A patto che ad affiancarlo come vice, con una funzione di controllo, resti il “falco” finlandese Jyrki Katainen, attualmente commissario ad interim al posto di Olli Rehn (eletto al Parlamento europeo). Una scelta, quella del socialista francese, che incontrerebbe il favore del governo di Matteo Renzi, a caccia di flessibilità sul fronte dei parametri del Patto. Mentre con Katainen il premier italiano ha già avuto modo di duellare a distanza proprio sul tema dell’interpretazione flessibile dei paletti europei.
Il portavoce della cancelliera, Steffen Seibert, non ha confermato la ricostruzione del settimanale. Anzi ha fatto sapere che l’ipotesi secondo cui Merkel avrebbe “chiesto risposte” a Draghi “in nessun modo corrisponde ai fatti”. Seibert ha poi aggiunto che il governo non rende pubbliche le conversazioni confidenziali della cancelliera.
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