Questo blog inaugura oggi in omaggio alla Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Tratterà infatti di un tema connesso, ossia l’omogenitorialità. Che non è, come alcuni credono, una famiglia con un solo genitore (quella si chiama monogenitorialità), ma con due genitori dello stesso sesso. Non esiste una parola per definire la fobia per questo tipo di famiglie, e quindi i gesti di intolleranza e odio verso due mamme o due papà rientrano in automatico nell’omofobia. Eppure sono in tanti a spendersi più o meno violentemente per aggredire tali nuclei.

Mentre nelle accademie i duelli pro-contro questi nuovi modelli di famiglia sono a botte di articoli scientifici, sui social media e tra i blogger il livello scende vertiginosamente e rasenta il reato di abuso della credulità popolare. Guardare per credere: dai gruppi su Facebook (“No fiabe gay negli asili”, “No alle adozioni gay”, “No all’eterofobia”, “No all’eterofobia, sì alla famiglia naturale”, etc) ai blog dei Cavalieri della luce o di Dietro la notizia o di VoxNews, solo per citarne alcuni, in rete si offendono le persone che hanno scelto di procreare con un partner dello stesso sesso, si fa mala informazione, si combatte in modo ideologico quello che è un dato di fatto: che queste famiglie esistono.

Questo blog, ed è una promessa, non si concentrerà sulla denuncia delle profondità che può raggiungere l’oscurità umana o sugli effetti macabri dell’ignoranza, quanto piuttosto sulla creazione di valore. Credo infatti che per fare posto, nella società e nelle private concezioni delle persone, agli arcipelaghi familiari, ossia ai nuovi modelli di famiglie, occorra conoscerli, poterli immaginare.

Per cominciare a colonizzare il vuoto dell’immaginario collettivo, parliamo di una casa editrice che ha di recente fatto scandalo in una biblioteca di Lodi, Lo Stampatello. “La nostra casa editrice – racconta chi l’ha fondata, Francesca Pardi – stampa libri rivolti principalmente alle famiglie omogenitoriali e ai loro piccoli. È infatti fondamentale anche per questi bambini potersi specchiare nei racconti dei libri illustrati”. Temi complessi con un linguaggio semplice per spiegare ai bambini nati artificialmente come sono arrivati nella loro famiglia e aiutare i genitori a trovare le parole, le immagini, la storia. Si tratta infatti di fondare un nuovo mito dell’origine positivo in cui tutti i “nuovi bambini”, ossia i figli nati con tecniche di fecondazione assistita, sia da genitori omosessuali che da eterosessuali, comunque da coppie sterili, possano riconoscersi serenamente.

“Sono libri anche per famiglie eterosessuali – continua Pardi – perché aiutano a confrontarsi con l’alterità, il diverso da sé”. Un insegnamento molto importante in un periodo storico che vede la famiglia tradizionale declinarsi (o frantumarsi?) in nuovi tipi di famiglie, dalla allargata alla monogenitoriale, dalla adottiva alla ricomposta, fino a quella omogenitoriale. Storie diverse, ognuna con la propria dignità e unicità. “È importante oggi per un bambino sapere che gay non è una parolaccia, che ci sono bambini che vivono con i nonni e che avere due mamme non significa essere stati generati da due donne. Rappresenta un’opportunità di crescita per ogni bambino, qualsiasi sia la sua storia”.

Per chi fosse curioso di immagini, invece, “Due mamme e due papà”, su Facebook, ha una galleria di splendide foto di famiglie omoparentali di tutto il mondo dall’India al Perù, dal Canada alla Sicilia.

Io? Io sono tre.

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romanelli

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