Vagavo nella piccola libreria sul mare da ore, muovendomi con la solita inerzia tra gli scaffali e sfogliando uno per uno i titoli che attiravano la mia attenzione. Non capita spesso di fare l’incontro giusto, ma questa volta è stato amore a prima vista. Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno, di Ella Berthoud e Susan Elderkin (Sellerio editore, 2013). E’ bastata una sbirciatina per capire che si trattava del libro che mi avrebbe accompagnata nei giorni di riposo pasquale. 

Le due autrici, fin dai tempi dell’università, si prestavano romanzi a vicenda quando avevano bisogno di tirarsi un po’ su. Nel 2008 hanno fondato anche un servizio di biblioterapia per la School of Life di Londra, dove ancora oggi prescrivono romanzi a “pazienti” di tutto il mondo. Dalla mancanza di desiderio sessuale alla calvizie, dal partner che non ha la passione per la lettura all’eutanasia. Oppure l’andare in pensione, la tristezza, il rimpianto o lo stacanovismo. Qualunque cosa vi affligga è pronto il rimedio letterario. Da assumere a intervalli regolari, ovviamente. 

Sotto forma di prontuario, il libro affronta in ordine alfabetico le più svariate condizioni umane, proponendo uno o più titoli “curativi” per ciascuna di esse. Se siete arrabbiati potreste trovare sollievo nel leggere Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway. “Perché anche dopo ottantaquattro giorni consecutivi in cui esce con la barca senza prendere un solo pesce, il vecchio è comunque allegro e indomito”. Se siete incapaci di esprimere le vostre emozioni Mentre morivo di William Faulkner potrebbe essere d’aiuto: “Dei cinque fratelli Bundren che guardano morire la madre, Cash è quello che fa più fatica a esprimere il proprio amore per lei. Lo fa costruendo la sua bara proprio sotto la sua finestra”.

Ogni pagina è un piccolo viaggio a metà fra sentimenti e rievocazioni letterarie. Lo stile è fresco, ironico. Con sagacia le autrici ci portano per mano libro dopo libro, regalando un sorriso o un consiglio prezioso sul prossimo libro da leggere. Parliamoci chiaro: di questi tempi, con il pochissimo tempo a disposizione, non è il caso di leggere un libro mediocre, o di lasciarlo a metà perché non è compatibile con la nostra situazione emotiva contingente.

Per me poi, che faccio sempre più fatica a immergermi nella lettura, saltando da una frase all’altra e perdendo continuamente la concentrazione, è stato sorprendente trovare consigli precisi sul da farsi: “Leggete una pagina alla volta, niente di più, niente di meno. Una quando vi svegliate, una all’ora di pranzo e una prima di andare a dormire. Il romanzo perfetto in questo caso, è quello in cui ogni pagina contiene qualche brillante intuizione, come L’uomo senza qualità di Robert Musil”. 

E’ nato anche un account Twitter, non gestito dalle autrici, dove è possibile scambiare esperienze e proporre i propri rimedi letterari. Ci si può sbizzarrire. Perché, ebbene sì, i libri possono curare davvero.

Voi quale libro consigliereste e per quale “malanno”?

@PaolaPorciello

Articolo Precedente

Le avventure di Yolanda, pasta madre – Capitolo 1

next
Articolo Successivo

L’informazione online può davvero sostituire quella cartacea?

next