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Bahrein, quando la Formula 1 ignora i diritti umani

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Neanche l’imminente Gran premio di Formula 1 ha dissuaso le autorità del Bahrein dal continuare a riempire le galere del regno. 

Perché, del resto, avrebbero dovuto farlo quando il patron delle gare automobilistiche Bernie Ecclestone da tempo afferma che il paese è calmo e tranquillo, che lo sport non deve immischiarsi nei diritti umani e che lui, povero, non può ogni volta occuparsi delle leggi vigenti nei paesi del circuito di Formula 1? 

Con buona pace degli attivisti locali, dunque, il Gran premio del 6 aprile si farà.

Tra coloro che non potranno assistervi c’è un fotografo 26enne di fama internazionale, Ahmed Humaidan. Le sue foto della rivolta in corso da tre anni in Bahrein sono conosciute in tutto il mondo e hanno vinto molti premi.

Mercoledì 26 marzo, Humaidan è stato condannato a 10 anni di carcere al termine di un processo che ha visto condannate alla stessa pena altre 25 persone (più altri tre a tre anni). 

I 29 imputati sono stati giudicati colpevoli di aver assaltato con bombe molotov e sbarre d’acciaio la stazione di polizia di Sitra, un villaggio a sud della capitale Manama, nell’aprile 2012.

Secondo gli avvocati e gli attivisti per i diritti umani, il verdetto si è basato su confessioni estorte con la tortura

Humaidan era stato “arrestato” (più correttamente, rapito) alla fine del 2012 mentre stava visitando un centro commerciale. Una quindicina di agenti in borghese lo aveva circondato e portato via. Dopo quasi una giornata senza avere sue notizie, i familiari avevano appreso che si trovava in stato di fermo presso la sede del dipartimento per le indagini criminali, interrogato senza il suo avvocato.

Durante la detenzione, Humaidan sarebbe stato torturato a più riprese. Una volta, ha riferito al suo legale, lo hanno bendato e gli hanno messo in mano un oggetto, lasciandogli credere che si trattasse di una bomba pronta a esplodere. 

Tutti pronti, allora, per quello che le autorità del Bahrein definiscono un affascinante fine settimana di sport e spettacolo. Chissà, magari per tutta la durata delle prove e del Gran premio la polizia cesserà di lanciare gas lacrimogeni: in caso contrario, la visibilità in pista potrebbe essere compromessa…

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