C’è una legge discreta in Italia, in campo ambientale. Non bella, ma discreta sì. È la cosiddetta “legge Ceruti”, dal nome dell’allora proponente, ed è la legge quadro sui parchi, la n. 394 del 6 dicembre 1991. Forse da questa legge ci si poteva attendere ancora un maggiore coraggio, e soprattutto ci si sarebbe potuti attendere che i parchi da questa promessi venissero effettivamente costituiti, cosa che in buona parte non è stato. Ma insomma, in un Paese in cui ai politici dell’ambiente non frega nulla perché di massima sono in Parlamento in quanto legati a determinate lobbies, era già qualcosa.

Ecco che però, essendo una discreta legge, e dando perciò un po’ di fastidio, negli anni ci sono stati diversi tentativi di peggiorarla. Sembra che adesso ce la farà il governo dello scout.

Relatore un tale Marinello di Ncd, è in discussione infatti in Commissione Ambiente e Territorio al Senato un disegno di legge che presenta alcune chicche non male. Ecco le principali proposte di modifica della Legge quadro sulle aree naturali protette.

1) Permesso di caccia – seppure con determinate cautele – ai cinghiali ed alle specie alloctone all’interno delle aree protette: una disposizione questa che ci espone quasi sicuramente ad una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea.

2) Silenzio-assenso entro sessanta giorni dalla presentazione per il rilascio di concessioni o autorizzazioni relativi ad interventi, impianti ed opere all’interno del parco: qualsiasi opera, qualsiasi intervento. Invece di prevedere il silenzio-rifiuto (anche in considerazione dello stato in cui versano molte aree protette, con carenza di mezzi e di personale), ecco il silenzio-assenso per favorire “chi fa”, come direbbe lo scout.

3) Il piano del parco – che è lo strumento attuativo della sua politica – dovrà essere approvato dai Comuni che ne fanno parte: una previsione di stampo leghista, dove occorre dare la parola alle comunità locali. Pensiamo in proposito che molte comunità locali ai parchi sono decisamente contrarie.

4) Finanziamento dei parchi attraverso le royalties: della serie, tutto ha un prezzo. Così, parchi che non ricevono sufficienti finanziamenti dallo Stato, potranno essere ben contenti di avere nuovi impianti idroelettrici o pale eoliche alte centinaia di metri solo perché questo porterà soldi freschi.

5) Poi, anziché istituire nuovi parchi scelti fra quelli che non furono istituiti sulla base della nuova legge, si istituiscono i Parchi Geologici, in cui gli unici divieti sono quello di discarica, di asporto di rocce, minerali, e fossili, e l’apertura di cave e miniere: tutto il resto – sfiorando il ridicolo – è consentito, dalle strade, alle costruzioni, alla caccia.

6) Poi, per quanto riguarda i Consigli Direttivi, un posto viene riservato alle associazioni di agricoltori, che non si capisce cosa c’entrino, ed il direttore sarà nominato dal consiglio direttivo su proposta del Presidente del Parco, non più del Ministro. La tendenza sarà quella di avere parchi sempre più in mano a persone che rappresentano interessi localistici, anziché esperti di tutela ambientale sopra le parti e che perseguono il bene comune.

Contro il Ddl (sull’impatto del quale è lo stesso relatore a rassicurare) si sono levate le voci delle associazioni ambientaliste (quelle vere), ed ovviamente del M5S, attualmente unico partito di opposizione ed unico a cui freghi qualcosa dell’ambiente.

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